martedì, Gennaio 7, 2025

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In tutto il mondo, il cancro è una delle malattie umane più letali, con un tasso di mortalità più elevato nei paesi in via di sviluppo rispetto ai paesi sviluppati. In modo inquietante, il cancro causa la morte di oltre 8 milioni di persone all’anno. Tra il 2020 e il 2022, il numero globale di persone affette da cancro è aumentato da 18 a 20 milioni. Entro il 2035, si stima che il cancro colpirà 24 milioni di persone e sarà la causa della morte di 14,6 milioni di persone in tutto il mondo; si prevede che il numero di persone colpite salirà a 35 milioni entro il 2050. Il trattamento del cancro prevede interventi chirurgici oncologici, radioterapia, oncologia medica, cure palliative e gestione del dolore. I chemioterapici clinici sono costosi e causano gravi effetti avversi. Di conseguenza, è necessario sviluppare alternative nuove, efficaci e ben tollerate.

È stato stabilito che lo stress ossidativo e la conseguente infiammazione sono i principali fattori che contribuiscono allo sviluppo e alla progressione di diverse malattie, tra cui il cancro. Le prove sperimentali e l’efficacia osservata dei farmaci antinfiammatori dimostrano il legame tra cancro e infiammazione. Di conseguenza, i composti con criteri antiossidanti e/o antinfiammatori sono buoni candidati potenziali per il trattamento del cancro. Uno degli antinfiammatori più usati è l’acido acetil-salicilico o aspirina (ASA), che fra l’altro è usato come chemiopreventivo per le sindromi precancerose come la poliposi adenomatosa del colon (APC). L’ASA agisce principalmente bloccando l’enzima ciclo-ossigenasi (COX); tuttavia, studi recenti hanno dimostrato che l’aspirina ha anche altri bersagli molecolari che possono aiutare a combattere la progressione del cancro.

L’ASA è utile nell’interferire con il metabolismo energetico delle linee cellulari del cancro al seno e alle ovaie umane. Ciò si ottiene prendendo di mira gli enzimi chiave coinvolti nella proliferazione delle cellule tumorali, sia direttamente che tramite l’inibizione della COX. Inoltre, è stato scoperto che l’ASA inibisce la progressione del cancro interferendo con i percorsi proliferativi, come le proteina chinasi attivatrici del fattore di trascrizione NF-kB (le IKK-alfa e -beta). Molto recentemente un gruppo di ricercatori italiani ha scoperto che l’aspirina può condizionare anche l’attività della sirtuina-1 (SIRT1), una proteina che regola l’oncogenesi, la durata della vita cellulare e aspetti del metabolismo intermedio e della produzione energetica da parte dei mitocondri cellulari. Un antiossidante molto comune, molto sicuro ed economico è l’acido ascorbico o vitamina C (VIC).

La Vitamina C è una sostanza naturale con proprietà antiossidanti, anti-invecchiamento e immunomodulatrici. Negli anni ’70, è stato dimostrato che il 10% dei pazienti oncologici terminali a cui venivano somministrati 10 g di VIC al giorno vivevano molto più a lungo delle ragionevoli aspettative cliniche, mentre d’altro canto, nessun paziente oncologico a cui veniva somministrato il trattamento convenzionale senza VIC rimaneva in vita. In seguito, diverse indagini hanno rivelato che le cellule tumorali tendono a smettere di crescere quando esposte a dosi elevate di VIC e che l’assunzione di integratori di VIC può impedire la progressione del tumore, le metastasi e la produzione di citochine correlate all’infiammazione, migliorando al contempo gli effetti della chemioterapia.

La VIC non è dannosa per le cellule sane, ma è risultata tossica per le cellule tumorali. Questa proprietà la rende un’opzione promettente per aumentare potenzialmente la durata della vita dei pazienti oncologici e migliorare la loro qualità di vita complessiva. Studi molto più recenti hanno potuto appurare che la combinazione fra aspirina e vitamina C ad alto dosaggio è ben tollerata come trattamento efficace per i ratti affetti da carcinoma epatico, superando l’efficacia del trattamento con doxorubicina; tuttavia, non è ancora stato studiato il test dell’efficacia di questa combinazione nel trattamento di altri tipi di tumori. Nel 2008, Chen et al. hanno scoperto che un’iniezione intraperitoneale di VIC (4 g/kg) riduceva le dimensioni del glioblastoma cerebrale, dei tumori pancreatici e ovarici nei topi del 41-53%.

Uno dei fattori chiave nella valutazione di un composto efficace per combattere il cancro e i tumori è la sua capacità di prolungare la durata della vita. Un aumento della durata della vita di almeno il 25% è ipotizzato come una risposta antitumorale efficace. Tutti gli studi finora pubblicati sulla somministrazione di ASA, VIC o ASA+VIC ad alto dosaggio oltrepassa questo limite, indicando che queste due sostanze possono quantomeno essere di complemento terapeutico nella gestione dei tumori umani, come evidenziato anche da Shilpi et al. (2018) che hanno dimostrato che la Vitamina C può prolungare la sopravvivenza e migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici. Fra l’altro, grazie alle sue azioni antiossidanti, la vitamina C può ridurre il carico di stress ossidativo nelle cellule tumorali che è responsabile dell’aggravamento della situazione genetica.

Più stress ossidativo significa maggiore probabilità di causare lesioni genetiche multiple che possono attivare altre regioni della cromatina dove sono codificati oncogeni. La vitamina C assicura il corretto funzionamento delle proteine metilcitosina ossidasi della famiglia TET. La VIC influenza le proteine ​​TET consentendo la riduzione degli ioni ferrici in ferrosi e come cofattore per il corretto ripiegamento degli enzimi. I geni TET agiscono come soppressori tumorali, ma la loro mutazione in molti tumori ne riduce l’espressione. L’oncogene K-Ras, per esmpio, inibisce l’espressione delle TET portando a livelli ridotti di 5-idrossimetilcitosina (5-hmC) e a maggiori livelli di 5-metilcitosina (5-mC), con conseguente riduzione dell’espressione dei geni pro-apoptotici. Questo consente un vantaggio di sopravvivenza alle cellule maligne.

Lo studio di El Ezaby et al. (2024) suggerisce che ASA + VIC potrebbero lavorare insieme per proteggere dal cancro e prevenire la creazione di radicali liberi dannosi. Questo effetto protettivo potrebbe aiutare a mantenere cellule e organi sani al sicuro dagli effetti dannosi degli intermedi reattivi dell’ossigeno/azoto. Pertanto, usare la combinazione di ASA e VIC potrebbe essere un trattamento potenzialmente efficace per prevenire il cancro, nonché combatterlo quantomeno in combinazione con latri chemioterapici a basso dosaggio, per ottenere più azioni terapeutiche ed effetti collaterali più marginali.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

El Ezaby NM et al. Drugs in R&D. 2024; 24:303-316.

Mussa A et al. Pharmaceuticals (Basel). 2022; 15(6):711.

Shilpi S et al. J Cancer Prev Curr Res. 2018; 9(6):331.

Henry WS et al. Cancer Res. 2017; 77(3):790–801.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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