Introduzione
Le malattie metaboliche rappresentano un problema di salute globale a causa della loro crescente prevalenza e mortalità. Obesità, steatosi epatica, sindrome metabolica, malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2 sono le malattie croniche più diffuse in quasi tutti i paesi. Queste condizioni sono anche responsabili della disabilità nei soggetti colpiti. Le malattie metaboliche potrebbero derivare da fattori fisiologici, genetici, comportamentali e ambientali. Pertanto, la riduzione dei fattori comportamentali modificabili emerge come una strategia conveniente, con una dieta sana e l’attività fisica come strumenti inestimabili. La modalità più semplice di intervento è sicuramente a tavola, attraverso il consumo di alimenti che contengono specifiche sostanze chiamate fitochimici chemio-preventivi.
I fitochimici sono abbondanti in verdure, frutta, legumi, cacao, olio d’oliva e bevande come vino, thè e caffè, ma anche in molte spezie comuni come rosmarino, basilico, origano, salvia e zenzero. A causa della loro ampia distribuzione e dei loro effetti sulla salute, i fitochimici rappresentano un promettente approccio terapeutico e protettivo alla prevenzione delle malattie metaboliche. Di conseguenza, c’è stato un crescente interesse per le proprietà di promozione della salute dei fitochimici in varie malattie croniche. Sebbene le malattie metaboliche presentino patogenesi diverse, sono comunque caratterizzate da una disregolazione delle vie di segnalazione metabolica, alterazioni del microbiota intestinale e aumento dell’infiammazione e dello stress ossidativo.
Azioni biologiche dei fitochimici: i flavanoli
Molteplici studi evidenziano il ruolo del microbiota, dell’infiammazione cronica spesso silente e non rilevabile e dello stress ossidativo nelle malattie metaboliche, quali l’ipercolesterolemia, il diabete mellito, l’ipertensione con ipertrigliceridemia ed altre ancora. Uno di questi studi ha esaminato gli studi clinici sui flavanoli, principalmente del cacao, per valutarne l’impatto sulla salute vascolare. Lo studio ha evidenziato il ruolo dei flavanoli nel migliorare la funzione endoteliale e nel ridurre la pressione sanguigna. Un altro studio ha esaminato gli effetti dell’estratto di mirtillo sul diabete e sulle complicanze quali la retinopatia e la nefropatia.
Allo stesso modo, uno studio ha riportato i benefici di una miscela di cacao e carruba (COCAB) ricca di flavanoli nel ridurre l’infiammazione delle isole pancreatiche prevenendo la sovraproduzione di citochine, l’infiltrazione di macrofagi e la perdita delle cellule beta nei ratti diabetici obesi Zucker (ZDF). In uno studio diverso, una dieta integrata con COCAB ha alleviato i danni renali ed epatici nei ratti ZDF migliorando l’omeostasi del glucosio, la segnalazione dell’insulina, lo stress ossidativo e modulando l’apoptosi. In questi due studi, gli effetti additivi erano evidenti combinando COCAB + metformina.
Le azioni dei flavonoidi
Un team di ricerca ha dimostrato il meccanismo alla base dell’effetto ipoglicemizzante nei topi diabetici dell’epimedina C, un flavonoide maggiore nell’Epimedium sagittatum, un’erba commestibile. Di conseguenza, l’epimedina C downregula le proteine epatiche coinvolte nella segnalazione dell’insulina e nella gluconeogenesi e upregula quelle per la degradazione e la digestione dei lipidi. Ciò allevia la lipotossicità e protegge dallo stress ossidativo nel fegato. Inoltre, uno studio ha esplorato i meccanismi d’azione di un estratto vegetale ricco di polifenoli, vale a dire Totum-070, in criceti alimentati con una dieta ricca di grassi e cellule del colon umano. Questo estratto ricco di polifenoli ha ridotto l’espressione di diversi geni infiammatori e lipidici, nonché l’assorbimento intestinale dei grassi.
Un altro gruppo di ricercatori ha dimostrato che gli estratti polifenolici di foglie della pianta mediterranea Thymbra spicata hanno contribuito a mantenere metaboliti benefici e un ambiente microbico intestinale equilibrato; inoltre, hanno notato che gli estratti potrebbero potenzialmente contrastare la crescita eccessiva di batteri patogeni durante la disbiosi. Un altro studio ha riportato aumenti di batteri benefici nei ratti con diete arricchite di mele e cipolle, mentre uno studio clinico randomizzato ha esaminato gli effetti di un integratore multi-ingrediente sulla composizione corporea e sulla perdita di peso in individui sovrappeso/obesi. Lo studio ha dimostrato che l’integratore ha ridotto efficacemente la massa grassa, il peso e i marcatori epatici. Questi effetti sono probabilmente da riferire a polifenoli come la quercitina e l’acido ferulico, di cui gli alimenti citati sono particolarmente ricchi.
Effetti metabolici di fitochimici misti
Uno studio randomizzato ha rivelato che un estratto di aglio nero invecchiato con basse dosi di S-allil-cisteina ha ridotto significativamente la pressione sanguigna in una popolazione ipertesa di grado I sottoposta a farmaci antipertensivi. Dato che questo biocomposto è stato sempre considerato fra i maggiori condizionatori della pressione arteriosa, l’invecchiamento dell’aglio nero genera altri composti di probabile natura polifenolica che agiscono direttamente sui vasi sanguigni. Un altro gruppo di ricerca ha segnalato gli effetti protettivi degli estratti di pomodori freschi e cotti a base di licopene sulle funzioni epatiche, suggerendo che le potenti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie potrebbero proteggere da danni al fegato e steatosi.
Un altro studio ha dimostrato che la 1,2-dicinnamoil-sn-glicero-3-fosfocolina ha aumentato il numero di mitocondri e la loro espressione genica migliorando la resistenza all’insulina. Questa sostanza è stata sintetizzata dai ricercatori a partire da due precursori naturali, l’acido cinnamico (presente nella cannella) e la lecitina di soia. Da notare che la cannella possiede proprietà ipoglicemizzanti e che è anche un antiossidante. Infine, uno studio pilota longitudinale ha dimostrato che l’integrazione alimentare di un residuo liquido formatosi durante l’estrazione dell’olio d’oliva potrebbe migliorare i parametri ematologici, metabolici e antropometrici negli individui a rischio di sindrome metabolica.
Osservazioni conclusive
Nel complesso, alla luce di queste rivelazioni, si può considerare l’alimentazione come il primo semplice strumento quotidiano per mantenere la propria salute. Esistono centinaia di alimenti potenziali fra i quali scegliere per correggere virtualmente la maggior parte dei difetti metabolici legati allo stile di vita. Sono ovviamente necessarie ulteriori indagini in vivo prima che i singoli fitochimici possano essere raccomandati come adiuvanti o approccio alternativo per il trattamento delle malattie metaboliche.
- a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
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