venerdì, Febbraio 21, 2025

Il Prozac è antibatterico e stimolante immunitario? Le ultime indagini cercano di verificare

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Gli antidepressivi come il Prozac sono comunemente prescritti per curare i disturbi della salute mentale, ma una nuova ricerca suggerisce che potrebbero anche proteggere da infezioni gravi e sepsi potenzialmente letali. Gli scienziati del Salk Institute hanno ora scoperto come i farmaci sono in grado di regolare il sistema immunitario e di difendersi dalle malattie infettive, intuizioni che potrebbero portare a una nuova generazione di trattamenti salvavita e migliorare la preparazione globale per future pandemie. Lo studio del Salk segue recenti scoperte secondo cui gli utilizzatori di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) come il Prozac avevano infezioni da COVID-19 meno gravi ed erano meno inclini a sviluppare COVID lungo. Un altro studio ha scoperto che il Prozac (principio attivo fluoxetina), era efficace nel proteggere i topi dalla setticemia, una condizione potenzialmente mortale in cui il sistema immunitario del corpo reagisce in modo eccessivo a un’infezione.

Per capire meglio gi effetti della fluoxeina sulle difese immunitarie, i ricercatori del Salk hanno portato la fluoxetina e potenzialmente altri SSRI più vicini ai test clinici per l’uso contro infezioni e disturbi immunitari. Mentre il nostro sistema immunitario fa del suo meglio per proteggerci dalle infezioni, a volte può reagire in modo eccessivo. Nella sepsi, la risposta infiammatoria è così fuori controllo che inizia a danneggiare i tessuti e gli organi della persona fino al punto di cedimento. Questa stessa reazione eccessiva è anche caratteristica della grave malattia da coronavirus (COVID-19). Una soluzione ovvia sarebbe presumibilmente quella di sopprimere la risposta infiammatoria, ma farlo può effettivamente rendere i pazienti più vulnerabili alla loro infezione iniziale e più suscettibili a nuove infezioni. Anche la tempistica è fondamentale, poiché gli immunosoppressori devono essere somministrati prima che si verifichi qualsiasi danno tissutale.

Per capire cosa potrebbero fare gli SSRI in questo contesto, i ricercatori hanno studiato topi con infezioni batteriche e li hanno separati in due categorie: una pretrattata con fluoxetina e l’altra no. In modo entusiasmante, hanno visto che i topi pretrattati con fluoxetina erano protetti da sepsi, danni multiorgano e morte. Il team ha quindi avviato una serie di esperimenti di follow-up per dare un senso a questi effetti. Innanzitutto, hanno misurato il numero di batteri in ogni popolazione di topi otto ore dopo l’infezione. I topi trattati con fluoxetina avevano meno batteri in questa fase, il che indica un’infezione meno grave. I risultati hanno dimostrato che la fluoxetina aveva proprietà antimicrobiche, che le consentivano di limitare la crescita batterica. Successivamente, i ricercatori hanno misurato i livelli di diverse molecole infiammatorie in ogni gruppo. Hanno osservato più IL-10 (antinfiammatoria) nelle loro popolazioni pretrattate e hanno dedotto che preveniva l’eccesso di trigliceridi sanguigni indotto dalla sepsi.

Ciò ha consentito al cuore di mantenere il corretto stato metabolico, proteggendo i topi dalla morbilità e mortalità indotte dall’infezione. Il team ha disaccoppiato questa protezione dipendente da IL-10 da danni multiorgano e morte dalla loro precedente scoperta degli effetti antimicrobici della fluoxetina, rivelando a sua volta il potenziale a duplice scopo del farmaco per 1) uccidere i patogeni e 2) alleviare i danni indotti dall’infezione al corpo. Per capire come l’influenza della fluoxetina sui livelli di serotonina potrebbe contribuire a questi effetti, i ricercatori hanno anche esaminato due nuove popolazioni di topi: entrambe erano state pretrattate con fluoxetina, ma una aveva serotonina circolante, mentre l’altra no. La serotonina regola fenomeni come umore, sonno e dolore, ed è il bersaglio principale degli effetti della fluoxetina sulla depressione. Ebbene, gli effetti della fluoxetina non erano affatto correlati alla serotonina circolante.

Indipendentemente dal fatto che i topi avessero serotonina in circolazione, sperimentavano gli stessi benefici di difesa dalle infezioni dalla fluoxetina. La fluoxetina ha come bersaglio molecolare conosciuto il trasportatore della serotonina (SERT) nel sistema nervoso; è possibile che in altri tipi di cellule essa possa legarsi a proteine accessorie che hanno a che fare con l’immunità. Il fatto, poi, che la fluoxetina sia risultata antibatterica potrebbe indicare che effettivamente può legarsi a qualche proteina o enzima necessari alla sopravvivenza batterica. E’ un punto che sicuramente non mancherà di essere indagato dai ricercatori.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Gallant RM et al. Sci Adv. 2025;11(7):eadu4034.

Yao H, Liu Y et al. Cell Death Differ. 2024 Nov 27.

Kot EF et al. Nat Commun. 2024 Oct; 15(1):9316.

Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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