La senescenza cellulare è un processo fondamentale dell’invecchiamento. Prove recenti suggeriscono che l’accumulo di cellule senescenti, che possono rilasciare una varietà di sottoprodotti tossici e infiammatori, è uno dei fattori scatenanti dei deficit sia cognitivi che di mobilità. Farmaci senolitici come dasatinib e quercetina prendono di mira e aiutano a eliminare le cellule senescenti, rallentando potenzialmente l’invecchiamento e riducendo il rischio di malattie legate all’età. Uno studio precedente su 5 pazienti con malattia di Alzheimer precoce trattati in modo intermittente con Dasatinib e Quercetina per 12 settimane, ha mostrato un profilo di sicurezza favorevole, penetranza di Dasatinib nel liquido cerebrospinale (CSF), livelli aumentati di interleuchina-6 (IL-6) nel CSF e proteina acida fibrillare gliale (GFAP), diminuzioni non significative di citochine e chemiochine correlate alla senescenza e aumenti non significativi dei livelli di amiloide Aβ42.
Quel piccolo studio ha supportato la sicurezza, la tollerabilità e la fattibilità del trattamento con Dasatinib e Quercetina nei pazienti con malattia di Alzheimer. Un nuovo studio pilota noto come STAMINA (Senolytics To Alleviate Mobility Issues and Neurological Impairments in Aging) si è concentrato sugli effetti di due molecole senolitiche, Dasatinib e Quercetina (protocollo DAQU), che rimuovono le cellule vecchie (senescenti) dal corpo, e suggerisce che il trattamento intermittente potrebbe essere promettente per migliorare la funzione cognitiva negli anziani a rischio di malattia di Alzheimer. Pubblicata sulla rivista eBioMedicine, la ricerca ha esplorato gli effetti di DAQU sulla cognizione e sulla mobilità in individui con lieve deterioramento cognitivo (MCI) e andatura lenta, che sono condizioni collegate a un aumentato rischio di Alzheimer.
I risultati hanno mostrato un miglioramento nei punteggi cognitivi, in particolare tra i partecipanti con la funzione cognitiva basale più bassa e una riduzione di una proteina infiammatoria chiave nel sangue associata all’invecchiamento cellulare. Per 12 settimane, 12 partecipanti hanno assunto una combinazione di Dasatinib (100 mg) e Quercetina (1250 mg) per due giorni ogni due settimane. I ricercatori hanno osservato un aumento statisticamente significativo di 2 punti nei punteggi del test MoCA nei partecipanti con i punteggi basali più bassi. Ciò suggeriva potenziali benefici cognitivi. Inoltre, le riduzioni circolanti della citochina infiammatoria fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α) erano correlate a miglioramenti cognitivi, suggerendo che i senolitici potrebbero migliorare la funzione cognitiva riducendo l’infiammazione cerebrale o neuroinfiammazione.
Sfortunatamente, il disegno dello studio non era adeguatamente potenziato per rilevare con sicurezza cambiamenti statisticamente significativi nei risultati funzionali e dei biomarkers. Piuttosto, l’obiettivo dell’attuale studio era quello di raccogliere dati sulla variazione di queste misure, che sarebbero stati utilizzati per informare un’analisi di potenza per uno studio più ampio. Inoltre, in tutti i partecipanti, i punteggi MoCA sono aumentati solo di 1 punto, il che potrebbe non essere clinicamente significativo. Pertanto, il team ha affermato che per determinare inequivocabilmente se DAQU migliora la cognizione, i futuri studi richiederanno un campione più ampio e l’inclusione di un gruppo di controllo placebo. Il forte sostegno dello studio è l’idea che l’integrazione di polifenoli o il consumo di alimenti arricchiti di polifenoli o quercetina siano considerati in grado di prevenire il lieve deterioramento cognitivo, come provato in precedenti indagini.
A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
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