lunedì, Marzo 31, 2025

Il potere probiotico dei formaggi: uno studio italiano cerca di fare il punto

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La dieta è riconosciuta come un fattore primario che modella l’ecosistema microbico intestinale. Serve anche come veicolo per trasferire microbi correlati al cibo all’intestino, dove proliferano, modulano il microbiota e influenzano la salute dell’ospite. Gli alimenti fermentati, tra cui yogurt e formaggio, sono tra i componenti dietetici più ampiamente consumati. Specifici batteri dell’acido lattico nel microbiota del formaggio e del latte crudo possono essere trasferiti transitoriamente all’intestino umano, esercitando effetti positivi come l’inibizione dei patogeni, la sintesi di composti bioattivi e la modulazione della funzione di barriera dell’intestino. Mentre gli studi hanno esplorato gli effetti sulla salute dell’assunzione di formaggio, il suo impatto sulla composizione del microbiota intestinale e sul potenziale funzionale rimane scarsamente definito.

Inoltre, varie ricerche hanno dimostrato l’esistenza di una correlazione positiva tra il consumo di latticini fermentati e il mantenimento del peso. Inoltre, studi clinici hanno evidenziato i potenziali ruoli benefici del consumo di formaggio nel potenziare le risposte immunitarie e nell’alleviare la gravità dei sintomi dell’artrite reumatoide riducendo l’infiammazione e modificando la composizione del microbiota intestinale. Un gruppo di ricercatori italiani ha valutato gli effetti dell’assunzione di formaggio sulla composizione del microbiota intestinale e sul potenziale funzionale utilizzando un mezzo di simulazione dell’ambiente intestinale in vitro (GESM). Questo mezzo è privo di fattori derivati ​​dall’ospite come interazioni immunitarie e competizione con i microbi intestinali nativi, una limitazione fondamentale per l’applicabilità nel mondo reale.

Quindici formaggi sono stati coltivati ​​in GESM per 16 ore, seguite da estrazione e sequenziamento del DNA. La composizione microbica è cambiata drasticamente con la coltivazione GESM, riducendo l’abbondanza di specie dominanti e aumentando alcuni taxa batterici accessori. Ad esempio, Hafnia paralvei in un campione di formaggio (L3) è aumentata dallo 0,08% all’86% dopo la coltivazione. È interessante notare che le specie batteriche più abbondanti e diffuse nei formaggi a latte crudo, ovvero Streptococcus thermophilus (abbondanza relativa media del 29,7%), Lactobacillus paracasei (16,4%), L. delbrueckii (15,2%), L. helveticus (16,5%) e Lactococcus lactis (12,8%), hanno subito una sostanziale diminuzione della loro abbondanza relativa quando i formaggi sono stati coltivati ​​in GESM.

Infatti, solo Streptococcus thermophilus ha mantenuto un’abbondanza elevata (11,4%) e una prevalenza (60%) dopo la coltivazione in GESM, mentre le altre specie batteriche citate hanno mostrato un’abbondanza relativa media che non ha superato il 6%. Al contrario, l’abbondanza relativa di vari taxa accessori del microbiota del formaggio a latte crudo ha mostrato un marcato aumento come Enterobacter, Bacillus, Clostridium e Hafnia. Il sequenziamento dell’RNA di H. paralvei T10 coltivato in simulazione ha rivelato un’elevata espressione di geni coinvolti nella capacità antiossidante, nella biosintesi degli amminoacidi e nel metabolismo degli acidi grassi a catena corta (SCFAs). L’analisi metabolomica ha mostrato cambiamenti significativi nei derivati ​​degli oligopeptidi e nei glicero-fosfolipidi.

La presenza di H. paralvei T10 nell’intestino del consumatore ha contribuito alla produzione di metaboliti che influenzano le interazioni ospite-microbo e microbo-microbo. Mentre il modello in vitro dello studio fornisce approfondimenti meccanicistici, sono necessarie future ricerche sugli esseri umani per convalidare se questi batteri persistono e interagiscono con i microbi intestinali nativi in ​​vivo.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

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Rizzoli R, Biver E. Aging Clin Exp Res. 2024; 36:75.

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Castellone V, Bancalari E et al. Foods 2021; 10:2639.

Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la Clinica Basile di catania (dal 2013) Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania (del 2020) Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna dal 2024. Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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