lunedì, Marzo 31, 2025

Metapneumovirus (hMPV): il nuovo nemico che aggredisce anche in perfetta salute

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Origini ed identità del MPV

Il metapneumovirus umano (hMPV) è stato identificato per la prima volta nel 2001 nei Paesi Bassi ed è stato sempre più riconosciuto come un agente patogeno respiratorio con implicazioni significative per la salute. È associato a varie malattie respiratorie, come infezioni delle vie respiratorie inferiori e superiori, e causa sintomi simili ad altri virus respiratori. Pertanto, la sovrapposizione nei risultati clinici tra hMPV e altri agenti patogeni evidenzia la necessità di diagnosi precise. hMPV si diffonde principalmente tramite starnuti, tosse, stretto contatto personale ed esposizione a superfici contaminate. Queste modalità di trasmissione presentano rischi in contesti sanitari, dove misure di controllo adeguate sono essenziali per prevenire la trasmissione nosocomiale.

Il virus rimane trasmissibile fino a una settimana dopo l’insorgenza dei sintomi, come evidenziato dal rapporto del caso, rendendo necessaria la vigilanza tra gli operatori sanitari. Le manifestazioni gravi sono frequenti nei bambini piccoli, negli anziani e negli individui immunocompromessi. Gli studi sulle infezioni gravi da hMPV sono stati principalmente su popolazioni pediatriche. Pertanto, i dati sulle popolazioni adulte rimangono limitati. La CAP rappresenta una causa significativa di morbilità e mortalità in tutto il mondo. I programmi di vaccinazione hanno ridotto con successo la CAP batterica. Tuttavia, persistono lacune di conoscenza riguardo all’eziologia microbica della CAP grave che richiede l’ospedalizzazione, in particolare per i virus respiratori come l’hMPV.

Polmoniti negli adulti

Sebbene non vi siano condizioni aggravanti come diabete, asma o patologie cardiache, è stato segnalato che le condizioni cliniche possono essere esacerbate, con tosse intensa, broncospasmo, mialgia, affaticamento e mal di testa, che richiedono il ricovero al pronto soccorso. I risultati di laboratorio possono rivelare marcatori infiammatori elevati, tra cui proteina C-reattiva (7-12 mg/dL) e D-dimero (fino a 870 ng/mL), trombocitopenia, lieve aumento delle transaminasi e normali livelli di procalcitonina e leucociti, suggerendo un’eziologia virale. Gli studi di imaging indicano un significativo coinvolgimento polmonare. La TC toracica ha mostrato opacità a vetro smerigliato intervallate da aree di consolidamento e piccole opacità centrolobulari, simili ad una polmonite interstiziale.

Questi risultati sono coerenti con un modello di polmonite virale, sottolineando che l’hMPV può causare polmonite significativa negli adulti immunocompetenti senza comorbilità. I ​​risultati radiologici, come le opacità a vetro smerigliato e le consolidazioni bilaterali, sono caratteristici della polmonite virale, supportando ulteriormente la diagnosi. Inoltre, mentre l’andemica del COVID-19 ha alterato la diffusione di molti virus respiratori stagionali, il suo impatto sull’epidemiologia dell’hMPV rimane poco esplorato. Una comprensione completa della prevalenza genetica e del significato clinico dell’hMPV potrebbe aiutare a informare le strategie di prevenzione e controllo nelle popolazioni vulnerabili.

Polmoniti pediatriche

Sono stati pubblicati anche studi, come uno sulla rivista IJID Regions, sul ruolo dell’hMPV nelle infezioni respiratorie pediatriche. Le infezioni respiratorie acute sono una delle principali cause di malattie e mortalità infantile in tutto il mondo, soprattutto nei bambini di età inferiore ai cinque anni nei paesi a basso e medio reddito. Tra i patogeni responsabili, l’hMPV contribuisce in modo significativo alle malattie respiratorie, colpendo sia le vie respiratorie superiori che quelle inferiori. Lo studio ha esplorato la diversità genetica e la prevalenza di linee emergenti di hMPV, in particolare A2.2.1 e A2.2.2, nei bambini di età inferiore ai cinque anni, con l’obiettivo di migliorare la comprensione della salute pubblica e la preparazione alle epidemie virali respiratorie.

Nello studio attuale, i ricercatori hanno esaminato la prevalenza e la diversità genetica dell’hMPV nei bambini di età inferiore ai cinque anni a Puducherry, in India, tra gennaio 2021 e giugno 2024. Inoltre, durante un’epidemia di hMPV tra novembre 2022 e marzo 2023, sono stati ulteriormente analizzati campioni positivi all’hMPV con bassi valori di soglia del ciclo. Lo studio ha sequenziato il gene della proteina di fusione dell’hMPV per determinare i lignaggi genetici, utilizzando primer specifici per le regioni mirate. I nuovi lignaggi A2.2.1 e A2.2.2 hanno mostrato sostituzioni di amminoacidi e modelli di glicosilazione unici, come la glicosilazione O-linked in posizione 191, che possono avere un impatto sull’evasione immunitaria e sulla stabilità antigenica.

I ricercatori hanno anche utilizzato strumenti bioinformatici avanzati per valutare le mutazioni nel gene della proteina di fusione che potrebbero influenzare l’antigenicità e la risposta immunitaria. Lo studio ha scoperto che l’hMPV ha contribuito in modo significativo alle infezioni respiratorie pediatriche, con un tasso di positività complessivo del 2,5% tra 4519 campioni. Durante il periodo dell’epidemia tra novembre 2022 e marzo 2023, l’hMPV ha rappresentato il 43,1% dei casi di infezione respiratoria tra i bambini, rendendolo il patogeno predominante. La maggior parte delle infezioni si è verificata nei bambini di età inferiore a un anno, evidenziando la vulnerabilità dei neonati a questo virus. Le caratteristiche cliniche comuni includevano sintomi simil-influenzali, respiro sibilante e difficoltà respiratorie, con gravi casi di polmonite o bronchiolite.

L’analisi filogenetica di 37 campioni hMPV-positivi ha rivelato che il 91,89% apparteneva al genotipo A, principalmente al sottolignaggio A2.1, mentre l’8,11% proveniva dal genotipo B. Lo studio ha anche identificato nuovi lignaggi A2.2.1 e A2.2.2 all’interno del genotipo A per la prima volta in India. Questi lignaggi hanno mostrato mutazioni uniche, tra cui sostituzioni di amminoacidi e cambiamenti di glicosilazione, che potrebbero influenzare l’evasione immunitaria e la patogenicità. In particolare, sostituzioni come G42V, E96K e M250R nel lignaggio A2.2.2 sono state giudicate significative. Si è scoperto che la presenza di siti di glicosilazione, come quella O-linked in posizione aminoacidica 191, ha un impatto potenziale sull’antigenicità. I ​​ricercatori hanno anche documentato pressioni di selezione specifiche del sito e osservato l’evoluzione genetica in corso nei ceppi locali.

Hanno anche notato che i tassi di infezione hanno raggiunto il picco durante dicembre e gennaio, allineandosi con i modelli di stagionalità noti per i virus respiratori. Questi risultati hanno sottolineato la diversità genetica dell’hMPV e la sua co-circolazione con altri virus respiratori, sebbene le co-infezioni fossero rare. Comparativamente, la prevalenza di hMPV osservata nello studio si allinea con i risultati globali ma differisce nella stagionalità documentata e nei modelli di co-infezione, evidenziando la variabilità regionale. L’emergere di nuovi lignaggi ha evidenziato il loro potenziale impatto sulla gravità della malattia, sulla progettazione del vaccino e sulla necessità di una sorveglianza continua per monitorare i cambiamenti genetici.

Casistica mondiale negli ultimi 5 anni

Negli ultimi cinque anni, l’hMPV ha continuato a circolare a livello globale, causando infezioni respiratorie di varia gravità. Uno studio pubblicato su The Lancet Global Health nel 2020 ha stimato che, nel 2018, tra i bambini sotto i 5 anni si sono verificati oltre 14 milioni di infezioni da hMPV, con più di 600.000 ricoveri e oltre 16.000 decessi. Alla fine del 2024, in Cina, l’hMPV è stato associato al 6,2% dei test positivi per malattie respiratorie e al 5,4% dei ricoveri ospedalieri per tali malattie, superando il COVID-19, il rinovirus e l’adenovirus in quel periodo. Tuttavia, l’influenza stagionale rimaneva la causa più comune di infezioni respiratorie, rappresentando oltre il 30% dei test positivi e il 17% dei ricoveri.

Situazione in Italia

In Italia, l’hMPV è stato rilevato nell’1,2% dei campioni analizzati da persone con sintomi simil-influenzali, una percentuale inferiore rispetto ad altri virus respiratori come l’influenza (16,2%) e il SARS-CoV2 (2%). Sebbene siano stati segnalati casi anche nel nostro Paese, al momento non si registrano aumenti significativi dei casi, e le autorità sanitarie monitorano attentamente la situazione.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Carmo R, Saddy F et al. Microorganisms. 2024; 13(1):73.

Ding Y et al. J Epidemiol Glob Health. 2025 Mar; 15(1):38.

Takashita E et al. Immun Inflamm Dis. 2025; 13(3):e70176.

Devanathan N et al. IJID Regions. 2024 Nov; 14:100486.

Mishra B, Mohapatra D et al. Cureus. 2025; 17(2):e78354.

Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la Clinica Basile di catania (dal 2013) Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania (del 2020) Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna dal 2024. Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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