domenica, Marzo 30, 2025

Salute in palestra: breve itinerario sui rischi di infezioni respiratorie e non- dentro e fuori stagione

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Rischi sanitari nelle palestre

Le palestre, per quanto rappresentino ambienti ideali per promuovere la salute e il benessere fisico, possono anche costituire un terreno fertile per la proliferazione e la trasmissione di agenti patogeni. I rischi sanitari che si verificano in questi ambienti sono molteplici e riguardano principalmente la contaminazione batterica e virale di superfici e aria, favorita dalla densità di persone, dalla sudorazione, dalla condivisione di attrezzature e da condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo microbico come umidità e calore. Tra i principali rischi sanitari si annoverano le infezioni cutanee, respiratorie e gastrointestinali. Le infezioni gastrointestinali, sebbene meno frequenti, possono comunque manifestarsi a causa della contaminazione fecale-orale, spesso per scarsa igiene delle mani dopo l’uso del bagno o per consumo di acqua contaminata.

Le infezioni cutanee sono molto comuni e possono derivare dal contatto con superfici contaminate da batteri come lo Staphylococcus aureus (in particolare il ceppo resistente MRSA), o da funghi come la Tinea corporis (responsabile della tigna). Le parti a rischio includono panche, manubri, tappetini, spogliatoi, docce e superfici umide. Le infezioni respiratorie, invece, sono favorite dalla vicinanza tra individui durante gli allenamenti, specialmente in spazi chiusi e poco ventilati. Virus come l’influenza, il rhinovirus (raffreddore), il virus respiratorio sinciziale (RSV) ed il SARS-CoV2 possono diffondersi per via aerea attraverso goccioline (droplets) emesse con tosse, starnuti o anche semplicemente con la respirazione intensa durante l’esercizio fisico. Anche in assenza di epidemie stagionali, il rischio di trasmissione persiste, seppur a livelli più bassi, specie in presenza di soggetti asintomatici o che hanno appena qualche sintomo.

Diffusione di batteri e virus per via aerea

La diffusione aerea dei patogeni è particolarmente insidiosa nelle palestre, in quanto l’attività fisica comporta un’aumentata ventilazione polmonare e una maggiore emissione di aerosol respiratori. In stagioni influenzali, l’alta carica virale degli individui infetti combinata con la scarsa ventilazione può aumentare in modo esponenziale il rischio di trasmissione. Studi mostrano che il virus dell’influenza può persistere in aerosol fino a diverse ore, mentre virus più resistenti, come il coronavirus, possono restare sospesi ancora più a lungo in particelle di diametro inferiore ai 5 micron.

Causate da virus (in particolare coronavirus, adenovirus e parainfluenza) e, meno frequentemente, da batteri come Mycoplasma pneumoniae, le bronchiti possono insorgere anche in giovani sportivi. L’intensa respirazione durante l’esercizio aumenta il rischio di inalazione profonda dei patogeni. Altre polmoniti che è possibile contrarre in palestra sono batteriche, come quelle da pneumococco (Streptococcus pneumoniae), emofilo (Haemophilus influenzae), lo stafilococco Staphylococcus aureus (sebbene più raramente), la Brahnamella catarralis e la Chlamydophila pneumoniae.

Tuttavia, anche al di fuori delle stagioni influenzali, l’ambiente palestra può rappresentare un luogo di circolazione virale costante, in particolare per virus gastrointestinali o respiratori a trasmissione più ubiquitaria. La presenza di sistemi HVAC non adeguatamente filtrati, unita al numero elevato di persone in ambienti chiusi, rappresenta un rischio significativo. Ci sarebbe poi da menzionare i controlli a carico dei sistemi di condizionamento e di raffreddamento nella stagione estiva. Climatizzatori e lavandini possono diventare serbatoi per la Legionella, qualora non adeguatamente puliti e causare forme di polmonite.

Modalità di sanificazione essenziali

La sanificazione ambientale è un processo imprescindibile per prevenire la diffusione di microrganismi patogeni in palestra. Deve avvenire secondo protocolli regolari, ben definiti e possibilmente certificati. Ecco alcune linee guida fondamentali:

  1. Pulizia quotidiana e sanificazione delle superfici: le attrezzature e le superfici di contatto frequente devono essere deterse e disinfettate più volte al giorno, preferibilmente tra un utilizzo e l’altro. È essenziale l’uso di disinfettanti a base di alcol (etanolo o isopropanolo al 70%), ipoclorito di sodio allo 0,1-0,5%, o composti quaternari d’ammonio, che si sono dimostrati efficaci contro virus e batteri.
  2. Ventilazione e filtrazione dell’aria: è cruciale garantire un adeguato ricambio d’aria, preferibilmente con sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC) e l’uso di filtri HEPA, in grado di trattenere particelle virali. L’aerazione naturale (apertura delle finestre) resta utile, ma spesso insufficiente nei grandi ambienti interni o durante la stagione fredda.
  3. Igiene personale degli utenti: è importante promuovere l’uso di asciugamani personali, l’igienizzazione delle mani con gel a base alcolica, e l’abitudine di disinfettare le attrezzature prima e dopo l’uso. Le docce e gli spogliatoi devono essere sottoposti a pulizie frequenti con detergenti specifici.
  4. Gestione dell’umidità: umidificatori e deumidificatori possono essere utili per mantenere un livello di umidità relativa tra il 40% e il 60%, range che riduce la sopravvivenza dei virus influenzali nell’aria e sulle superfici.
  5. Controlli periodici: le analisi microbiologiche ambientali possono essere condotte regolarmente su superfici e aria per verificare la presenza di contaminanti e valutare l’efficacia dei protocolli di sanificazione adottati.

In conclusione, la gestione sanitaria delle palestre deve basarsi su una visione integrata che consideri la formazione del personale, il rispetto delle norme igieniche da parte degli utenti, la manutenzione tecnica degli impianti e l’adozione rigorosa di protocolli di pulizia. Solo in questo modo è possibile conciliare il benessere fisico promosso dall’attività sportiva con la tutela della salute pubblica.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la Clinica Basile di catania (dal 2013) Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania (del 2020) Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna dal 2024. Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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