venerdì, Novembre 22, 2024

Gli isocianati, intermedi industriali molto utili ma pericolosi: esposizione professionale, effetti e regolamentazione

Cosa sono gli isocianati Gli isocianati sono una famiglia di...

Infiammazione cronica silente: la causa sottostante all’anemia cronica dell’anziano

L'invecchiamento è un processo inevitabile che è influenzato dalla...

La vitamina B6 ad alto dosaggio per la bioterapia di ansia e depressione: cosa ha trovato la scienza?

Le vitamine del gruppo B svolgono ruoli vitali nei processi metabolici cellulari, essenziali per la funzione cerebrale e del sistema nervoso, compresi quelli che aiutano a mantenere un equilibrio tra eccitazione neurale e inibizione. Grazie al loro entrare in strutture di cofattori, le vitamine B1, B2, B3, B6 eB12 sono particolarmente importanti per la salute del sistema nervoso centrale. Un equilibrio verso l’eccitazione è stato implicato in molteplici disturbi neuropsichiatrici, tra cui depressione e ansia. In quanto tale, è stato suggerito che l’integrazione con alte dosi di vitamina B potrebbe controllare efficacemente certe loro anomalie comportamentali. Studi precedenti hanno implicato la vitamina B6 come cofattore (PLP) per l’enzima glutammato decarbossilasi (GAD), per la sintesi del neurotrasmettitore acido gamma-aminobutirrico (GABA), ad azione inibitoria sull’attività elettrica neuronale.

Ma la vitamina B6 è cofattore di altri enzimi analoghi che agiscono anche su aminoacidi precursori di altri mediatori, come la serotonina e la dopamina. Studi passati hanno fatto vedere che essa puĂ² effettivamente degli effetti biochimici sulla chimica cerebrale e condizionare comportamenti psichiatrici. Uno studio del 2000 ha dimostrato che 50mg di vitamina B6 + 200mg magnesio riduce i sintomi ansiosi della sindrome pre-mestruale. E’ singolare come presi singolarmente magnesio e vitamina B non influenzano l’ansia pre-mestruale, almeno questo è quello che la scienza afferma in base a tutti i dati clinici e pre-clinici disponibili in letteratura. Invece, da sola è efficace nell’alleviare l’ansia nelle donne anziane. E’ probabile che questo dipenda dal fatto che il magnesio è un cofattore enzimatico di molte proteine cellulari, nonchĂ© un moderatore delle correnti ioniche del sodio e del calcio nei tessuti non-nervosi che nervosi.

Ora, in un recente studio i ricercatori hanno riferito che l’integrazione di vitamina B6 riduce l’ansia. Nel presente studio, i ricercatori hanno studiato gli effetti dell’integrazione ad alte dosi di vitamina B6 o B12 su ansia e depressione. I risultati qui presentati sono risultati collettivi di studi in doppio cieco controllati con placebo condotti nell’arco di cinque anni su studenti. I partecipanti sono stati randomizzati a ricevere compresse di placebo con vitamina B6/B12 o lattosio. Gli individui sono stati esclusi se diabetici, intolleranti al lattosio, epilettici o che utilizzavano farmaci che interferivano con l’assorbimento delle vitamine B. Le tabelle della vitamina B6 contenevano 100 mg di B6 come piridossina cloridrato e le compresse di B12 contenevano1mg di B12 come metil-cobalamina; le dosi hanno superato di gran lunga la dose giornaliera raccomandata.

Ai partecipanti è stato chiesto di assumere una compressa al giorno con il cibo per 30-35 giorni. Lo studio comprendeva 478 partecipanti, principalmente donne di etĂ  compresa tra 18 e 58 anni. L’analisi dei dati SCAARED delle coorti che avevano ricevuto vitamina B6 e placebo ha rivelato una significativa diminuzione dell’ansia post-test, principalmente guidata dalla ridotta ansia tra i soggetti del gruppo B6. La minore riduzione dell’ansia nel gruppo placebo era insignificante. L’ANOVA dei gruppi per la vitamina B12 e placebo ha rivelato un calo significativo dell’ansia post-test, principalmente guidato da una diminuzione dell’ansia tra i partecipanti al gruppo B12. Il gruppo B6 aveva anche punteggi post-test significativamente piĂ¹ bassi nelle sottoscale del disturbo d’ansia generalizzato (GAD) e dell’ansia sociale (SAN) di SCAARED.

La coorte B12 ha avuto una significativa riduzione post-test sulla sottoscala dell’ansia da separazione (SEP). Al contrario, non sono stati osservati cambiamenti significativi nel gruppo placebo. L’analisi statistica che confronta i dati del gruppo vitamina B6 e placebo del questionario per umore/sentimenti (MFQ) non ha mostrato una direzione uniforme del cambiamento nella depressione post-test. Invece, i punteggi della depressione avevano maggiori probabilità di diminuire dopo il test nel gruppo B6 ma aumentare nel gruppo placebo; inoltre, questo si avvicinava alla significatività statistica. Tuttavia, i test t che confrontano i punteggi di base e post-test non hanno rivelato cambiamenti così significativi. I della coorte B12 e del placebo non hanno mostrato cambiamenti significativi; e il t-test dei punteggi basali e post-test del gruppo B12 era insignificante.

Nella coorte B6 è stato osservato un effetto di soppressione surround piĂ¹ forte, che riflette una significativa interazione tra trattamento e l’assenza/presenza dell’ambiente soppressivo. L’integrazione di vitamina B6 ha ridotto l’ansia auto-riferita e ha indotto una tendenza verso una riduzione della depressione, ma non ha influenzato in modo affidabile le altre misure di esito. L’integrazione di vitamina B12 ha prodotto tendenze versoi cambiamenti nell’ansia e nell’elaborazione visiva. PerciĂ² l’integrazione di vitamina B6 ha influenzato l’equilibrio tra inibizione neurale ed eccitazione. L’integrazione di B6 ha amplificato le soglie di contrasto visivo solo in presenza di surround soppressivo. In particolare, ciĂ² indicava un’aumentata inibizione neurale da parte di livelli piĂ¹ elevati di GABA, dato che l’effetto della soppressione surround sulle soglie di contrasto è causato in parte da interneuroni GABAergici inibitori.

L’integrazione di B6 ha anche ridotto i sintomi di ansia auto-riferiti. I livelli elevati di GABA potrebbero spiegare la diminuzione osservata dell’ansia. Al contrario, l’integrazione di B6 non ha avuto alcun effetto apparente su altre misure di esito (depressione, rivalità binoculare e test tattili). In conclusione, lo studio ha dimostrato che l’integrazione ad alte dosi di vitamina B6 potrebbe influenzare l’ansia e ha osservato che la vitamina aumenta anche la soppressione circostante del rilevamento del contrasto visivo. Inoltre, misurare gli effetti di altri micronutrienti su queste misure di esito potrebbe aiutare a identificare i micronutrienti che potrebbero essere combinati e testati come trattamento per l’ansia e la depressione. Invero, studi degli ultimi 5 anni hanno raccolto evidenze che l’integrazione con vitamina B6 sembra poter aiutare nello smorzare la gravità dei sintomi depressivi in una consistente percentuale di pazienti.

Questo effetto è praticamente quasi esclusivo per le donne, mentre non sembra comparire negli uomini. CiĂ² è consistente col prevalere del disturbo d’ansia e di quello depressivo nel sesso femminile, rispetto a quello maschile. Ăˆ anche opinione scientifica comune che questo fenomeno sottintenda il ruolo degli ormoni femminili nel controllo dell’irritabilitĂ , dell’ansia e della depressione, specialmente quando si approccia per le donne l’etĂ  della menopausa. Gli estrogeni è noto interagire con neurotrasmettitori come la dopamina ed il GABA; e come detto prima, la vitamina B6 è cofattore enzimatico per gli enzimi generatori di piĂ¹ di uno di essi. Non si puĂ² escludere, infine, che le alte dosi di vitamina B6 usate nei trials clinici passati incluso quello descritto qui, possano avere altri bersagli molecolari che la scienza non conosce ancora.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Field DT et al. Human Psychopharmacol Clin Exp. 2022 Jul 19:e2852.

Odai T, Terauchi M, Suzuki R et al. Nutrients. 2020 Nov; 12(11):3437.

Kafeshani M et al. Int J Vitam Nutr Res. 2020 Oct; 90(5-6):484-492.

Firth J, Teasdale SB et al. World Psychiatry. 2019 Oct; 18(3):308-324.

McCabe D et al. JBI Datab System Rev Implem Rep. 2017; 15(2):402.

Latest

Infiammazione cronica silente: la causa sottostante all’anemia cronica dell’anziano

L'invecchiamento è un processo inevitabile che è influenzato dalla...

I grani antichi: un bene prezioso da rivalutare per i loro benefici sulla salute

I cereali integrali sono una componente fondamentale di una...

Newsletter

Don't miss

Infiammazione cronica silente: la causa sottostante all’anemia cronica dell’anziano

L'invecchiamento è un processo inevitabile che è influenzato dalla...

I grani antichi: un bene prezioso da rivalutare per i loro benefici sulla salute

I cereali integrali sono una componente fondamentale di una...

Mappatura 3D dei tumori: l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale nella biologia del cancro

3D tumor Mmping in cancer biology 3D tumor mapping in...
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

La salute mentale risente del sonno, ma riguardo ai ritmi circadiani? Quali sono le nuove possibilitĂ  di intervento?

I ritmi circadiani e la malattia mentale Un team internazionale di ricercatori dell’Università di Southampton, del Kings College di Londra, dell’Università di Stanford e di...

La polmonaria: una pianta officinale accantonata con radici che dal Medioevo arrivano al COVID

La polmonaria (Pulmonaria officinalis) è una pianta che nel nostro paese è diffusa soprattutto nelle regioni del nord. Ăˆ una pianta che rientra fra...

Alzheimer e sclerosi multipla: chi ha l’una non avrĂ  l’altra, dice la scienza

Le persone che sono affette da sclerosi mutipla (SM), avranno poche chacnes di sviluppare la demenza tipo Alzheimer: questa è la nuova scoperta della...

Questo si chiuderĂ  in 20 secondi