La pelle è composta da tre habitat principali: umido, sebaceo e secco. La pelle sebacea comprende il viso, il torace e la schiena ed è una comunità relativamente semplice, composta principalmente da diverse specie di Cutibacterium (precedentemente Propionibacterium), batteri Staphylococcus e lieviti Malassezia. L’escrezione di sebo sembra essere la principale forza trainante nello sviluppo e nella manutenzione del microbioma sebaceo, poiché i microbiomi sebacei si spostano drammaticamente intorno alla pubertà quando aumenta la produzione di petrolio. I siti di pelle secca, come le braccia ele gambe, sono anche dominati dalle specie Cutibacterium acnes e Staphylococcus, ma con porzioni significative aggiuntive di Gammaproteobacteria e Betaproteobacteria. I siti umidi hanno una maggiore variabilità, con la rete dei piedi costantemente umida che favorisce la crescita del Corynebacterium, mentre la rete falangea, che presenta abbondanti ghiandole sudoripare ma è generalmente più secca, favorendo invece gli stafilococchi.
Le invaginazioni della pelle (ad es. follicoli piliferi, ghiandole sebacee e ghiandole sudoripare) creano microambienti e gradienti di ossigeno distinti che possono favorire la crescita e la colonizzazione di particolari microbi. Il tratto gastrointestinale umano ospita poi diversi ecosistemi microbici che colonizzano l’intero rivestimento mucoso. Questo sistema dinamico è influenzato dalla genetica, dalla dieta e da molti altri fattori ambientali. Quasi 10 milioni di geni sono già stati identificati nel microbiota intestinale, molti dei quali vengono utilizzati per supportare il genoma umano nell’esecuzione di diverse funzioni importanti ed essenziali come la produzione di vitamine, la regolazione immunitaria, la protezione dai patogeni, la modulazione lipidica sierica e il metabolismo degli xenobiotici e componenti alimentari. I metaboliti risultanti possono anche influenzare il metabolismo all’interno dell’ospite, dimostrando che sia il genoma umano che il microbiota intestinale svolgono un ruolo nelle vie metaboliche che si verificano nel corpo umano.
Il microbiota intestinale e cutaneo è costituito da trilioni di microbi, derivati da migliaia di ceppi diversi, che convivono come una complessa comunità ecologica. Questi microbioti, insieme ai loro sottoprodotti metabolici e alle interazioni dell’ospite, influenzano direttamente sia i normali processi fisiologici che patologici. Ad esempio, l’interruzione della normale relazione simbiotica tra i microbi intestinali e l’ospite è associata a morbo di Crohn, obesità e sclerosi multipla. Gli scienziati stanno ancora cercando di capire in che modo la diversità microbica nell’intestino e sulla pelle influenza la salute, ma generalmente una maggiore diversità microbica è associata a una migliore fisiologia e omeostasi. Le cause dell’acne sono complesse e sono promosse da un’interazione fra microbi piuttosto che dalla semplice presenza di un particolare microbo. Alcuni hanno tentato di sfruttare il microbiota residente per creare una terapia per l’acne diminuendo la colonizzazione da C. acnes, ma nessuna di queste tecnologie ha dimostrato efficacia in vivo.
Una recente analisi pubblicata su Dermatologic Therapy indica che i probiotici possono essere un’alternativa efficace. L’analisi ha esaminato i risultati di tutti gli studi pubblicati pertinenti sull’uso di probiotici in creme o farmaci orali per il trattamento dell’acne. I risultati suggeriscono che i probiotici possono aiutare ad aumentare le difese naturali della pelle contro l’acne. A rafforzare il concetto, è stato recentemente provato che la somministrazione di probiotici per 30 giorni in 33 pazienti con acne grave, ha portato all’aumento plasmatico di interleuchina 10 (IL-10), una citochina anti-infiammatoria. Sebbene non esistano ancora direttive e linee guida dedicate alla somministrazione di routine di probiotici per il trattamento dell’acne volgare, è probabile che con l’accumulo di altri dati e trials clinici questa possibilità diventi reale. D’altronde, si tratta di preparazioni sicure e i cui effetti sulla salute generale sono provati da tempo.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
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