domenica, Novembre 24, 2024

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Dieta del DNA e i cosiddetti “supercibi”: cosa c’è di vero dietro l’entusiasmo?

Nutrizione e genetica

L’idea che una dieta sia adatta a tutti non è il caso, poiché ogni individuo e tipo di corpo è diverso e ogni individuo è unico. E questo lo si può vedere da esempi di vita pratica: mettete due amici o amiche in sovrappeso a fare la stessa conta delle calorie e di attività fisica, e vedrete che la velocità di dimagrimento o di adattamento alla riduzione delle calorie non sarà affatto identica. Ci sono persone che sentono molto più la carenza di carboidrati, altre che devono mangiare più frutta o verdure per poter dimagrire; altre che devono toglier solamente i formaggi dalla loro dieta, altre che devono solamente limitare la quantità totale di carboidrati che sono abituati a mangiare senza criterio.

La ricerca ha studiato il DNA e come è possibile creare una dieta da ciascun gene nei nostri corpi, per ottenere una dieta personalizzata e adatta ad ognuno. Una dieta del DNA cerca di superare le lotte e pareri che le persone affrontano quando si tratta di dieta, in quanto fornisce una dieta basata esclusivamente sul DNA di un individuo. Il sequenziamento del DNA ha permesso di esaminare vari tratti genetici associati a molteplici stati di salute e malattia. La nutrigenomica è lo studio della relazione tra nutrizione e genoma umano. Alcuni ricercatori e sviluppatori di dieta credevano che l’esame del proprio DNA potesse aiutare a determinare quale dieta sarebbe più appropriata per la salute di un individuo.

Come funziona la dieta del DNA?

Le diete del DNA sono create dalle aziende sulla base della loro interpretazione di come fino a 100 aspetti della sequenza del DNA di uno influenzino la loro salute e suscettibilità alle malattie. Piuttosto che raccomandare una dieta per una popolazione, le diete del DNA affermano di formulare raccomandazioni basate su ciò che sarebbe ottimale, dato ciò che si sa sulla composizione del DNA di un cliente. Alcune aziende produttrici di dieta DNA forniranno anche piani alimentari, ricette e liste della spesa. Dopo aver fornito un campione per il test genetico, vengono esaminate aree specifiche del DNA prima di raccomandare una dieta. Esempi di diete comunemente raccomandate includono una dieta equilibrata, una dieta povera di carboidrati, una dieta povera di grassi, una dieta mediterranea, una dieta priva di lattosio o una dieta priva di glutine.

Una dieta a basso contenuto di carboidrati si concentrerebbe su un elevato apporto di proteine e limitando il numero di carboidrati che vengono consumati. Questo principio non è lontano dalla dieta paleolitica (o Paleo-diet) o dalla dieta chetogenica, che limita notevolmente l’apporto di carboidrati e si concentra soprattutto sull’apporto di grassi insaturi e proteine. La dieta consiglierà anche una maggiore quantità di verdure non amidacee e grassi sani, riducendo significativamente zuccheri e grassi. Un altro esempio di una delle diete del DNA è, “una dieta equilibrata”, questa dieta suggerirebbe di mangiare una vasta gamma di alimenti provenienti da diversi gruppi alimentari. Questa dieta è in genere associata a individui generalmente sani senza problemi di salute complessi come il colesterolo alto.

Eventuali allergie e intolleranze sono prese in considerazione quando viene creata una dieta a base di DNA. Oltre a quale gruppo alimentare è il migliore per la perdita di peso. Testare il DNA di qualcuno consente alle aziende di determinare se hanno varianti genetiche specifiche che le rendono più suscettibili all’obesità, ai problemi con l’assunzione di alcolici, alle allergie o alle intolleranze alimentari. Le aziende spesso integrano le informazioni genetiche che ottengono con i risultati di questionari su abitudini alimentari o sentimenti associati, nonché esami del sangue per misurare la glicemia. Sebbene i dietologi concordino sul fatto che nessuna singola dieta è adatta a tutte le persone, rimane difficile stabilire se raccomandare questi piani dietetici.

La dieta del DNA non prende in considerazione rischi come l’obesità e l’anoressia e non si basa su un quadro clinico completo delle proprie esigenze dietetiche, delle condizioni di salute esistenti e dei farmaci. L’eliminazione di un gruppo di alimenti dalla propria dieta può essere pericolosa e ci sono segnalazioni che alcune diete formulano queste raccomandazioni per alcune persone. Pertanto, mantenere una dieta sana ed equilibrata e non rimuovere un gruppo alimentare dalla loro dieta è essenziale per rimanere in salute. Se poi si è intolleranti al glutine, al lattosio o allergici al nichel, è normale che eliminare alimenti con principi nutrizionali incriminati è essenziale perchè si possa restare in salute.

Superfoods: influenzano davvero l’espressione genica?

È importante sottolineare che i geni sono responsabili della spiegazione solo del 5% al 10% delle malattie, come il diabete di tipo 2 e l’obesità. Di conseguenza, è improbabile che le diete basate sui test del DNA offrano la personalizzazione che sposano. Molto più importanti nella salute e nella suscettibilità alle malattie sono comportamenti modificabili. Ma invero la dieta può modificare l’espressione genica: è l’ultimo ritrovato della biologia e della biochimica alimentare. Con l’approfondimento delle relazioni alimentari fra metabolismo imano e microbiota intestinale, è stato possibile stabilire che molte sostanze di origine vegetale possono condizionarlo in un modo in un altro. Si introduce in questo contesto il concetto di epigenetica, ovvero la branca della biologia che studia le modifiche del patrimonio genetico indotte dall’ambiente, alimentazione inclusa.

Si possono citare i polifenoli, gli acidi organici aromatici (ferulico, caffeico), gli isoflavoni della soia, gli acidi grassi omega-3 di alcuni olii naturali, ecc. Certi peptidi bioattivi presenti in diverse colture alimentari, come mais, fagioli comuni, amaranto, quinoa e semi di Chia, sono noti per avere una vasta gamma di proprietà, tra cui proprietà anti-ipertensive, anti-colesterolo, anti-infiammatorie, antitumorali e antiossidanti. Pertanto, questi alimenti sono designati come super-alimenti e spesso incorporati in formule alimentari. Al contrario, diversi studi hanno inoltre evidenziato che supercibi sono spesso esaltati; e i dati scientifici finali a sostegno della capacità preventiva di alcuni supercibi sulle malattie sono nella maggior parte dei casi incoerenti o non-conclusivi. Riguardo al cacao, invece, puro ed etichettarlo o come superfood ha una sua base data dalle sue proprietà antiossidanti ed anti-infiammatorie dimostrati in vari contesti.

È molto più sensato etichettare certi superfoods come chemiopreventivi, ovvero contenenti molecole in grado di condizionare l’espressione genica volta alla prevenzione dei tumori, come cavolfiori, broccoli, alcuni agrumi e i frutti di bosco. A tal riguardo, si può ricordare il boom di qualche anno fa sulle bacche di goji, praticamente dei mirtilli rossi brasiliani introdotti come miracolose perle anti-invecchiamento. Un’altra cosa importante da ricordaredurante il consumo di alimenti che è etichettato come superfood è di controllarne attentamente il contenuto nutrizionale. L’importanza diun’alimentazione sana per il nostro benessere è scientificamente provata e seguire una dieta variata è ovvio. Parte di questi sono i cosiddetti superfoods, che stanno esplodendo in popolarità a causa delle loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, anche se dobbiamo prestare attenzione alle promesse sensazionaliste.

Infatti, per evitare imbrogli, nel 2007 l’UE ha vietato l’uso della dizione “superfood” sulle etichette senza un’indicazione sulla salute “chiara, accurata e basata su prove scientifiche”, spiegando perché il cibo fa bene alla salute dei consumatori. Nel loro insieme, si può affermare che alcuni alimenti etichettati come superfood sono in grado di fornire benefici per la salute se consumati nella giusta quantità insieme ad altri alimenti nutrienti. Bisogna sempre ricordare che una dieta sana non dovrebbe basarsi esclusivamente si tali super alimenti; piuttosto, i supefoods dovrebbero essere usati come parte di una dieta sana ed equilibrata. Si prenda la stra-famosissima dieta Mediterranea: non ha nessun super-cibo nella sua lista, ma la scienza ha provato che fa bene ad un sacco di condizioni, dalle malattie cardiache alla depressione, al diabete fino all’insufficienza renale.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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