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Recidive della sclerosi multipla: l’influenza di allergie, infezioni e gravidanza e come gestirle

La sclerosi multipla è una malattia imprevedibile a lungo termine che colpisce il sistema nervoso centrale, che comprende cervello, midollo spinale enervi ottici. I sintomi della condizione possono persistere e peggiorare gradualmente, oppure possono andare e venire. Sebbene la malattia possa colpire a qualsiasi età, la maggior parte delle persone ha un’età compresa tra i 20 ei 50 anni quando scopre di avere la malattia. I sintomi possono variare ampiamente, a seconda dell’entità e della posizione del danno al sistema nervoso centrale. Possono variare, ad esempio, da disturbi della vista, stanchezza estrema, difficoltà di movimento e problemi di memoria e concentrazione, a tremori, linguaggio confuso, intorpidimento, cecità, paralisi e altro. Sebbene non sia chiaro quale corso prenderà la malattia in una persona, i medici riconoscono quattro tipi principali di SM (senza contare le varianti scoperte qualche anno fa). I tipi variano a seconda del modello e della gravità dei sintomi. Tuttavia, ci sono dei fattori esterni che possono condizionare positivamente o negativamente le riacutizzazioni cliniche.

Studi passati hanno proposto che l’allergia potrebbe avere un ruolo nella sclerosi multipla. Tuttavia, sebbene abbiano menzionato potenziali candidati, come polline, erba, animali domestici, farmaci e vari alimenti, gli studi sono stati in gran parte inconcludenti. Cinque anni fa, dei ricercatori Brighamand Women’s Hospital di Boston hanno condotto uno studio per esaminare più da vicino i collegamenti tra allergia e attività della malattia della SM. Utilizzando i loro dati interni di una coorte di 1350 persone con SM da uno studio chiamato CLIMB, hanno estratto i dati sulle allergie dai loro pazienti e sull’attività della malattia da questionari clinici e scansioni RM. I dati coprivano il periodo 2011–2015. Del totale, 586 hanno riferito di avere un’allergia ambientale, 238 hanno dichiarato di avere un’allergia alimentare e 574 un’allergia ai farmaci. I ricercatori hanno quindi valutato l’attività della malattiadella SM in ciascuno dei gruppi. Per la valutazione, hanno utilizzato una serie di variabili cliniche e radiologiche. Una prima analisi ha rilevato che avere un’allergia era associata a un tasso più alto del 22% di attacchi cumulativi di SM.

Tuttavia, quando l’analisi è stata ripetuta, questa volta tenendo conto di altri potenziali fattori di influenza, il collegamento è scomparso. Quando il team ha analizzato le allergie specifiche, c’era una storia diversa. Rispetto a non avere allergie note, avere un’allergia alimentare era legata a un tasso cumulativo più alto del 27% di attacchi di SM. Il legame tra malattia attiva e allergia era ancora più evidente. Le probabilità che le scansioni RM mostrassero prove di malattia attiva erano più alte per qualsiasi allergia, rispetto a nessuna allergia nota. Tuttavia, le probabilità che il gruppo con allergie alimentari mostrasse prove di risonanza magnetica di malattia attiva erano il doppio di quelle del gruppo di allergie non note. Altri studi hanno suggerito che le allergie possono aggravare l’infiammazione nella SM e che questo potrebbe essere collegato a fattori genetici che la SM e altre malattie autoimmuni hanno in comune. Anche le comuni infezioni stagionali possono influire sul decorso della sclerosi multipla, in particolare nelle forme recidivanti-remittenti (RRMS).

È stato stimato che entro 5 settimane dalla contrazione di un’infezione delle vie respiratorie superiori, il 27-41% dei pazienti soffra di esacerbazione della malattia. Inoltre, alcuni rapporti suggeriscono che le recidive che si verificano intorno al momento dell’infezione sono associate a deficit neurologici sostenuti, a un aumento della gravità delle ricadute e a un aumento del numero di lesioni che captano il gadolinio, come misurato con la risonanza magnetica. I picornavirus sono stati identificati come fattori scatenanti della recidiva, ma l’infezione da altri virus, incluso il virus dell’influenza A, è stata anche associata a una malattia che può aggravarsi. In un recente studio dell’Università dell’Illinois, i ricercatori hanno indagato cosa succede ad animali geneticamente predisposti alla SM quando subiscono un’infezione delle vie respiratorie, ovvero qualcosa che assomiglia all’influenza. In primo luogo, l’esposizione all’influenza ha indotto sintomi simil-MS in alcuni dei topi, anche se il virus stesso non è stato trovato nel cervello.

Quando hanno esaminato più da vicino, i ricercatori hanno scoperto un aumento dell’attivazione gliale nel cervello prelevato da topi infetti. Le cellule della microglia sono il sistema immunitario locale del cervello. Alcuni tipi di cellule glia sono coinvolte nel chiamare le cellule immunitarie – in questo caso, neutrofili, monociti e cellule T – al cervello. Quando la glia si attiva, si inizia a vedere il traffico di cellule immunitarie dal sangue al cervello. Una volta lì, le cellule immunitarie provocano infiammazione e attaccano la mielina causando disfunzione neurologica. La microglìa potrebbe inviare il segnale alle cellule immunitarie attraverso molecole note come chemochine. Quindi nel caso di infezioni periferiche, qualche mediatore immunitario solubile (citochina o chemochina) penetra nel cervello e attiva la microglìa. I ricercatori hanno scoperto che una chemochina in particolare, CXCL5, era elevata nel cervello di topi infetti da influenza e nel liquido spinale cerebrale di pazienti affetti da SM durante la recidiva.

Un ultimo fattore che incide sulle riacutizzazioni della malattia, stavolta in modo positivo, è la gravidanza. Gli scienziati si sono interrogati per molti decenni su come il corpo gestisca il paradosso che sorge quando una donna rimane incinta. Da un lato, il sistema immunitario della madre deve essere adattato in modo che non reagisca contro il feto (metà dei cui geni proviene dal padre, rendendolo così un oggetto parzialmente estraneo). D’altra parte, il sistema immunitario deve fornire una protezione efficace contro le infezioni. Alcuni chiarimenti sul tema sono venuti dalle ricerche condotte dall’Università di Linköping in Svezia, dove ricercatori hanno studiato come cambia il sistema immunitario di una donna incinta durante una gravidanza normale. Hanno studiato il ruolo svolto dal timo, un organo che gioca un ruolo centrale nello sviluppo dei linfociti T nella regolazione immunitaria in gravidanza. Si sono focalizzati particolarmente sui linfociti T regolatori (Tregs), poiché questi possono interagire con altre cellule del sistema immunitario e impedire loro di attaccare i tessuti normali.

Il loro studio mostra che il timo svolge un ruolo importante durante una normale gravidanza nel garantire che il sistema immunitario della madre protegga dalle infezioni e allo stesso tempo tolleri il feto. Hanno così scoperto che l’uscita delle cellule T dal timo non cambia durante la gravidanza. Anzi la produzione di linfociti T regolatori, che possono indebolire la risposta immunitaria, sembra aumentare durante la gravidanza. Questi risultati possono spiegare come la madre possa non solo tollerare il feto, ma anche mantenere la sua difesa contro l’infezione. Non solo, potrebbe spiegare anche perché durante la gravidanza i sintomi delle donne con sclerosi multipla spesso migliorano. Questo non significa che per stare meglio dalla sclerosi multipla, specialmente quando ci sono forme resistenti al trattamento, la soluzione non è rimanere incinta nella speranza che funzioni. Piuttosto, dato che ci sono più fattori incidenti negativamente che positivamente sulle ricadute della malattia, è meglio cercare di gestirli al meglio.

Dato che influenza ed altri virus stagionali (adenovirus) possono essere un pericolo reale, è consigliabile tutti i pazienti con SM a partire dai 50 anni di fare la vaccinazione annuale antinfluenzale a scopo preventivo. C’è ancora una certa credenza che fare il vaccino annuale possa, al contrario di quanto dimostrato, essere di nocumento per la malattia o indurre la sua riacutizzazione. Questo è un argomento di competenza del medico di condotta o dello specialista, che devono informare adeguatamente i loro pazienti e dimostrare il contrario di quanto credono. Nel caso di coesistenza di sindromi allergiche, chi ha la sclerosi multipla dovrebbe già avere una discreta possibilità di evitare le ricadute a causa dell’assunzione di antistaminici e cortisonici. A parte gli steroidi, infatti, anche i comuni antistaminici come loratadina, astemizolo, cetirizina, e fexofenadina sono parzialmente efficaci nel controllare la neuro-infiammazione della sclerosi multipla. Solo il controllo totale dell’allergene ambientale responsabile sarebbe in grado di evitare ricadute dipendenti da allergie.

Ma si sa bene che questo non è del tutto possibile; al contrario, sul lato delle allergie alimentari la gestione è perfettamente operabile. Come raccomandazione pratica, data la propensione di questa redazione scientifica di fare medicina preventiva, si consiglia sempre di tenere in salute l’intestino assumendo preparazioni prebiotiche. I fermenti lattici riequilibrano il microbiota intestinale e nel tempo risultano antinfiammatori sia per l’intestino che per il sistema nervoso. Ci sono infine alcune prove che possano attenuare il rischio di ricadute, grazie al controllo della modulazione immunitaria locale dell’intestino.

a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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