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Acido folico nella biologia e nella pratica: per l’anemia, la riproduzione e non solo

L’acido folico è una vitamina del gruppo B che si trova ad esempio, in vegetali come broccoli, spinaci, piselli, funghi, crostacei; e nella frutta come banane e melone. Le fonti animali più ricche sono il fegato, alcune frattaglie ed il lievito di birra. La carenza di folato può influenzare gravemente uno dei processi più importanti nel corpo, cioè la divisione cellulare. Questo può compromettere l’integrità dei tessuti a ricambio veloce, come la pelle, le mucose e il midollo osseo. I folati, infatti, intervengono nei processi metabolici coinvolti nella sintesi delle basi del DNA (purine e dTMP) e nel metabolismo di certi aminoacidi (metionina ed istidina e nella inter-conversione tra glicina e serina). Questo non vuol dire che l’acido folico non serva alle cellule che non sono in grado di dividersi, come quelle muscolari o cerebrali.

In queste, la sua funzione è sia a carico del metabolismo degli amminoacidi, che degli acidi nucleici (DNA ed RNA). In questo caso, pero, l’acido folico serve affinché la sintesi delle basi nucleiche venga dirottata verso il riparo di lesioni indotte. In uno studio pubblicato nel 2018 sulla rivista scientifica PNAS USA, un team dell’Università di Copenaghen ha dimostrato che la carenza di folato crea più problemi in relazione alla replicazione del DNA di quanto i ricercatori avessero finora assunto. Nello studio, i ricercatori dimostrano che la deficienza di folati può causare problemi in relazione alla replicazione del DNA e alla divisione cellulare. Di fatto, crea anomalie cromosomiche molto più dannose di quelle conosciute precedentemente. Uno degli argomenti ancora sotto dibattito è la possibilità che l’integrazione alimentare con acido folico possa prevenire la comparsa di tumori.

Per alcuni di essi, (colon, pancreas, stomaco) sembra che ciò sia effettivamente probabile, mentre per altre tipologie non esistono dati certi o conclusivi. Una volta che una persona manca di folato, il danno causato da questo non può essere invertito. I ricercatori pertanto incoraggiano le persone ad essere più consapevoli del livello di folato nel sangue, e di dosarlo periodicamente attraverso le regolari analisi del sangue. Il problema con la carenza di folati è che influenza la manutenzione dei cromosomi; e una volta che una cellula ha perso un cromosoma o parte di essa, non può mai essere riparata. Cioè, una volta che la divisione cellulare è andata male, non è possibile risolverlo successivamente consumando un sacco di acido folico. Una volta che il danno è stato fatto, è irreversibile. Pertanto, c’è bisogno di una guida che dica quale dovrebbe essere il livello di folato nel sangue nella popolazione in generale.

Una volta che abbiamo questa conoscenza, possiamo determinare se una persona ha bisogno di integratori di acido folico, per assicurarsi che il livello nel sangue sia abbastanza alto da permettere alle cellule di riprodurre il DNA con successo. Un’analisi del sangue può determinare il livello di acido folico circolante. I ricercatori sanno da molti anni che la deficienza di folati è associata a malattie mentali, demenza senile e deformazioni fetali, note anche come difetti del tubo neurale durante l’embriogenesi. Ma non sono stati in grado di stabilire la causalità; cioè, se la deficienza di folati provoca direttamente i disturbi o i disturbi sono causati dall’effetto secondario della carenza di folati. Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno studiato i linfociti umani, ed hanno analizzato l’area del genoma chiamata FRAXA, che contiene una vasta sequenza ripetitiva chiamata CGG-repeat.

Qui hanno visto che la deficienza di folati causava anormalità in connessione con la divisione cellulare, la mitosi, specialmente nelle cellule con sequenze CGG particolarmente lunghe. Tra le altre cose, causava una difettosa segregazione dei cromosomi. I ricercatori hanno anche visto come l’intero cromosoma X è diventato instabile nei casi di lunga esposizione alla carenza di folati. Nello studio, con tecniche avanzate di biologia molecolare, il team dimostra che la deficienza di folati porta a livelli più elevati di anomalie cromosomiche più dannose di quanto precedentemente noto. Ciò fa sì che le cellule figlie ereditino la quantità errata di DNA in seguito alla divisione cellulare o, in alcuni casi, addirittura a perdere un intero cromosoma. Questo potrebbe spiegare perché il deficit di folati è associato a malattie come infertilità, aborti precoci, disturbi della salute mentale (soprattutto depressione) e tumori.

Ma integratori a base di acido folico sono impiegati anche per disturbi di salute più comuni e meno gravi. L’anemia da carenza è fra queste, considerando che la dieta occidentale è generalemten povera di frutta e verdura fresche, che sono le fonti primarie di folati. Quindi essere sovrappeso e “in carne” non significa necessariamente possedere ottimali valori di globuli rossi o emoglobina. Generalmente l’anemia carenziale risponde bene al supplemento di folati, ma può necessitare anche di altri nutrienti che aiutano il midollo osseo a produrre globuli rossi, come la vitamina B6 o il rame. Un altro problema a volte trattato con integratori a base di acido folico è la caduta dei capelli, spesso nelle donne. Nel loro caso, in concomitanza dell’età fertile con ciclo mestruale attivo, l’integrazione con acido folico può aiutare a recuperare le perdite ematiche mensili.

Ma bisogna ricordare che la caduta dei capelli può dipendere anche da una carenza di ferro, che è un elemento necessario al funzionamento di enzimi coinvolti nella replicazione cellulare (anche le cellule del bulbo capillifero). Quindi sarebbe più appropriato assumere un integratore che oltre all’acido folico contenga anche ferro, vitamina C (che ne facilita l’assorbimento intestinale) ed anche vitamina B6. Infine, anche l’infertilità maschile può risentire positivamente dell’integrazione con acido folico o suoi cofattori attivi (MTHF, folinato, ecc.), nei casi un cui la produzione di spermatozoi sia carente. Questo qualora l’alimentazione sia, ancora un volta, a base di alimenti trasformati e povera di frutta, verdura ed altro cibo fresco. Ma spesso nell’infertilità maschile lo stress ossidativo cellulare può essere una causa sottostante parallela.

Per cui assieme all’acido folico è più opportuno che si scelgano integratori che contengono anche nutrienti antiossidanti come zinco, selenio, acido lipoico, acetil-carnitina e vitamina E. Questo è raccomandato particolarmente quando c’è anche una forte componente di tabagismo, che può impoverire le riserve corporee di folati e vitamina C. L’integrazione completa può servire, ma bisogna sempre tenere a mente che se c’è un fattore “vizioso” di disturbo, alimentare o voluttuario (es. abuso di alcolici, un fattore tossico sul lavoro, forte tabagismo, ecc.) l’azione benefica di acido folico ed altri nutrienti può risultare rallentata o menomata. Questo giustifica spesso gli apparenti insuccessi della terapia con integratori a base di acido folico per trattare l’anemia, o la caduta dei capelli o qualsiasi altra situazione medica che ne richiede la somministrazione.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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