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Caccia ai segreti della metformina: il fattore 15 come mediatore del “perdere peso”

Uno dei farmaci più utilizzati al mondo; la metformina è comunemente prescritta per trattare il diabete di tipo 2. Tuttavia, oltre ai suoi effetti sull’abbassamento della glicemia, in modelli preclinici, la metformina mostra benefici sull’invecchiamento e una serie di diverse malattie come disturbi cognitivi, cancro e malattie cardiovascolari risente positivamente della sua somministrazione. Si sa che la metformina non ha un solo meccanismo d’azione. Una domanda che i ricercatori si sono posti è come essa raggiunge questo obiettivo. La maggior parte dei suoi effetti si crede possa essere mediata da un complesso enzimatico chiamato AMPK-alfa che è sensibile alle variazioni di energia cellulare determinate dalla molecola ATP. Un altro effetto pare essere quello di disaccoppiare la catena respiratoria dei mitocondri, facendo disperdere la loro energia sottoforma di calore. Ancora, riesce ad influenzare la flora batterica intestinale (microbiota) su come assorbire zuccheri e grassi.

Ora i ricercatori della McMaster University hanno svelato un altro dei segreti dietro i numerosi benefici della metformina. Uno studio pluriennale condotto da una collaborazione della McMaster ed altri ricercatori clinici ha scoperto che la metformina induce l’espressione e la secrezione di una proteina chiamata fattore 15 di differenziazione della crescita o GDF15. Gregory Steinberg, autore senior e professore di medicina e anche condirettore del Center for Metabolism, Obesity and Diabetes Research presso McMaster, ha spiegato: “Gli studi degli ultimi vent’anni hanno dimostrato che la metformina fa più di abbassare la glicemia, ma noi non abbiamo ancora capito perché. Siamo entrati in questo studio con l’idea che la metformina potesse comunicare con altri tessuti del corpo causando la secrezione di una proteina dal fegato. Siamo rimasti sconcertati quando abbiamo scoperto che la metformina causava la secrezione di GDF15, una proteina che è nota per sopprimere l’appetito”.

Il team di studio ha acquisito tale conoscenza e l’ha applicata ai topi per comprendere meglio la scienza alla base del risultato. Gli scienziati hanno eliminato il gene che produce GDF15 nei topi, quindi li hanno trattati con metformina. I risultati hanno mostrato che i topi senza GDF15 non hanno mangiato di meno o hanno perso peso, nonostante sia stata somministrata metformina, stabilendo così il GDF15 come connessione tra metformina eperdita di peso. I ricercatori affermano che i risultati aprono una serie di strade di ricerca: attualmente ci sono oltre 1.500 studi clinici registrati per testare gli effetti della metformina sull’invecchiamento e su diverse malattie. Diventa necessario studiare la possibilità che GDF15 abbia un ruolo nei molteplici effetti benefici del trattamento con metformina sull’invecchiamento o su malattie come il cancro.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Natali A et al. Diabetes Obes Metab. 2019; 21(2):412-416.

Gerstein HC et al. Diabetes Care 2017; 40(2):280.

Zafarvahedian E et al. Cell Biochem Funct. 2017; 35(7):407.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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