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Latte e latticini: le loro influenze sulla salute avvengono attraverso il microbiota intestinale?

I prodotti lattiero-caseari e derivati sono una componente comune di molte diete e influenzano le funzioni fisiologiche. I latticini, inclusi latte, yogurt e formaggio, sono generalmente considerati alimenti ricchi di nutrienti che contengono proteine, calcio e altri nutrienti essenziali come minerali e vitamine del gruppo B e la loro assunzione è associata a una maggiore qualità della dieta. Le proprietà salutari dei latticini sono state al centro di un intenso interesse di ricerca, evidente dal volume sostanziale di studi pubblicati che indagano le associazioni tra il consumo di latticini e cardiopatie, diabete di tipo 2, obesità e osteoporosi. Tuttavia, l’influenza del consumo di latticini sui risultati di salute è equivoca e spesso controversa, con alcuni studi che suggeriscono un impatto negativo sugli esiti di salute come fratture e persino depressione clinica, e associazioni sia positive che inverse osservate tra assunzione di latticini e condizioni mediche. Ciò può essere dovuto alla complessa composizione nutrizionale dei prodotti lattiero-caseari.

La maggior parte degli impatti sulla salute dei latticini può essere correlata alla sua composizione nutrizionale e al contenuto calorico, tuttavia, i latticini possono anche influenzare i risultati sulla salute attraverso il microbiota intestinale. È sempre più chiaro che la modulazione del microbiota intestinale è un percorso chiave attraverso il quale l’assunzione alimentare può influenzare i risultati sulla salute. In genere, per gli adulti si consiglia un totale di 3-4 porzioni/giorno di latticini, sebbene questa quantità possa variare a seconda dell’età, del sesso e di altri requisiti fisici. I consumatori in molti paesi possono accedere a un’ampia gamma di prodotti lattiero-caseari, compreso il latte con un contenuto di grassi variabile e arricchito con vitamine e minerali aggiuntivi, latte fermentato / latticini (ad esempio kefr, yogurt, formaggio) e derivati del latte (ad esempio siero).  Ciascuno di questi prodotti possiede profili biologici e caratteristiche nutritive distinti, che possono influenzare di essenzialmente la composizione del microbiota intestinale.

Quattro studi clinici hanno riportato l’effetto dello yogurt e uno studio ha riportato l’effetto del kefir sulla composizione del microbiota intestinale. Questi alimenti fermentati anno aumentato i conteggi di Lactobacillus e Bifidobacterium durante il periodo di intervento di tre settimane rispetto al braccio di controllo, che consumava una dieta normale ma non latticini fermentati / placebo. Inoltre, nel braccio di intervento è stato osservato un aumento significativo di quattro volte del titolo di IgA sieriche specifiche contro Salmonella typhi Ty21a, una specie che può causare gravi infezioni intestinali. Che il microbiota fosse cambiato lo si evince dal fatto che al termine della fase di dieta animale, l’abbondanza relativa dei generi Odoribacter, Bilophila, Dorea e Ruminococcus è aumentata e il genere Bifdobacterium è diminuito, nei partecipanti che non avevano ancora ricevuto l’intervento con lo yogurt. Le abbondanze relative di questi generi erano significativamente associate al contenuto di grassi, carboidrati e fibre della dieta animale.

Tali cambiamenti non sono stati osservati in coloro che ricevevano yogurt insieme alla dieta a base di animali, spingendo gli esperti a concludere che gli effetti della dieta a base di animali sui batteri intestinali erano mitigati dal consumo di yogurt. In generale, l’assunzione di latte ha aumentato l’abbondanza relativa dei generi Lactobacillus e Bifdobacterium e ha ridotto la diversità batterica. Questi dati sono indicativi che il latte e i latticini fermentati possono modulare il microbiota intestinale in un modo che può giovare all’ospite facilitando la crescita di Lactobacillus e Bifidobacterium, che sono considerate specie probiotiche che – per definizione – beneficiano della salute dell’ospite. Ci sono svariati meccanismi proposti con cui il consumo di latticini possa aumentare la quota di batteri salutari nell’intestino. Lo stesso lattosio del latte, una volta convertito a lattulosio, diventa un fattore di crescita per il genere Bifidobacterium.

Dalla digestione della beta-lattoglobulina, una proteina maggiore del siero di latte, possono essere prodotti frammenti (peptidi) che possono stimolare la replicazione di alcuni ceppi sia di Bifidobacterium che Lactobacillus. Inoltre, non bisogna dimenticare che oltre al lattosio il latte possiede una minoranza di zuccheri complessi (oligosaccaridi), che fungono come una sorta di prebiotici o fibre solubili. Una volta fermentate da queste specie batteriche, esse producono acidi organici ad azione nutritiva ed immuno-modulante sul sistema immunitario locale. Dunque non ci sono restrizioni particolari al consumo di latte o suoi derivati entro le quantità raccomandate dal punto di vista nutrizionale. Consumare yogurt, kefir ed altri prodotti fermentati può servire a mantenere una buona salute intestinale ed immunitaria, il che protegge da infezione esterne e da squilibri metabolici che potrebbero gettare le basi per obesità, diabete e vasculopatie.

Non è il consumare latte e formaggi che causa sovrappeso o eccesso di colesterolo nel sangue, ma le abitudini sbagliate che si adottano di base a tavola. In questo caso, solo un consumo eccessivo di latticini può influire negativamente sul metabolismo e sulla salute. Ci sono salutisti che puntualmente consumano il loro “yogurt” quotidiano alla merenda delle 17:00 o coloro che non rinunciano alla loro colazione con caffelatte e biscotti. Questa redazione scientifica non ha nulla in contrario a ciò; anzi incoraggia il consumo di latticini fermentati, considerate le prove scientifiche ormai consolidate dei loro effetti benefici sulla salute. Al contrario, consiglia cautela a coloro che fanno dei formaggi la loro pietanza principale, al pari di coloro che fanno lo stesso con pane e pasta.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD; specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Yılmaz İ, Dolar ME. Turk J Gastroenterol. 2019; 30:242.

Schmidt TS, Raes J, Bork P. Cell. 2018; 172:1198–115.

Singh RK, Chang H-W et al. J Transl Med. 2017; 15:73.

Lynch SV, Pedersen O. N Engl J Med. 2016; 375:2369.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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