venerdì, Dicembre 27, 2024

Malattia di Crohn e metabolismo batterico: le vie delle zolfo suggeriscono sintomi e interventi di ordine alimentare

Anche nei casi di malattia infiammatoria intestinale quiescente (cioè...

Exhaustion TEXture: metabolism and epigenetic meet on the core for CART-driven opportunities

Persistent antigen stimulation, as observed in cancer and chronic infections, leads...

Terapia delle artriti: la superiorità degli inibitori delle JAKs rispetto ai farmaci convenzionali

L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune comune caratterizzata da infiammazione cronica dei rivestimenti articolari e provoca la progressiva distruzione articolare e altre complicazioni sistemiche. L’uso di farmaci biologici modificanti la malattia consente ai pazienti di ottenere una bassa attività della malattia e la remissione. Ma le cliniche devono somministrare tali farmaci per via sottocutanea o endovenosa, il che è spiacevole per i pazienti e col tempo questi farmaci diventano comunemente meno efficaci. Recentemente gli scienziati hanno sviluppato inibitori orali della Janus chinasi (JAK) per il trattamento dell’artrite. Precedenti ricerche hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza di questi farmaci in studi randomizzati e controllati. Tuttavia, alcuni ricercatori hanno messo in dubbio la potenziale efficacia degli inibitori JAK per un uso diffuso da parte di tutti i pazienti.

In pratica, i medici trattano principalmente i pazienti con inibitori della JAK proprio perché costoro hanno altri problemi di salute e quindi i farmaci convenzionali come il metotrexato sono meno efficaci su di essi. Come si può comprendere, i pazienti del mondo reale hanno caratteristiche distintive rispetto ai pazienti reclutati in studi randomizzati e controllati da parametri scelti. Secondo un nuovo articolo pubblicato sulla rivista Rheumatology gli inibitori JAK (JAKIs), che i medici hanno utilizzato per curare i pazienti affetti da artrite nonostante le preoccupazioni sull’efficacia di tali farmaci, in realtà funzionano piuttosto bene. In uno studio retrospettivo multicentrico, i ricercatori giapponesi hanno scoperto che i farmaci hanno portato a tassi di remissione impressionanti nei pazienti, la maggior parte dei quali sceglie di continuare tale trattamento.

Nell’ultimo studio multicentrico e retrospettivo, utilizzando i dati di 622 pazienti trattati in sette importanti ospedali universitari in Giappone, i ricercatori hanno confrontato l’efficacia e la sicurezza di quattro comuni inibitori della JAK: tofacitinib, baricitinib, peficitinib e upadacitinib. I ricercatori hanno scoperto che circa un paziente su tre ha raggiunto la remissione, tre su quattro hanno raggiunto almeno una bassa attività della malattia, ed entrambi i numeri rappresentano un’efficacia impressionante. Hanno notato che oltre l’80% dei pazienti assumeva ancora i farmaci inibitori della JAK dopo 6 mesi. Ritengono che ciò sia particolarmente rilevante dato che il fallimento del trattamento immunologico secondario, in cui i farmaci cessano di essere efficaci perché producono risposte avverse del sistema immunitario nei pazienti, non può verificarsi con questi farmaci orali.

In effetti, il fallimento del trattamento secondario è comune nei pazienti che curano la loro artrite con farmaci come il metotrexato o altri DMARD convenzionali come l’idrossiclorochina o la sulfasalazina. Questo è principalmente per riferirsi al fatto che c’è l’intervento del microbiota intestinale che processa buona parte delle tipologie di farmaco usate per trattare queste malattie immunitarie. Inoltre, non c’è potenziale effetto diretto dei biologici sul microbiota intestinale, eccetto la regolazione immunitaria locale di cui si sa ancora poco. Il ruolo del microbiota nelle autoimmunità (sclerosi multipla, lupus ed altre, artrite reumatoide inclusa) è ormai assodato, quindi una migliore conoscenza della farmacologia dei JAKIs e dei loro effetti sul microbiota intestinale potrebbe spiagare, almeno in parte, perchè funzionano così a lungo senza che si sviluppi resistenza veloce.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD; specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Hayashi S et al. Rheumatology 2023 Oct 30; in press.

Ebina K et al. RMD Open. 2023 Aug; 9(3):e003160.

Itoh I et al. Intern Med. 2020 Mar 15; 59(6):817-821.

Latest

Malattia di Crohn e metabolismo batterico: le vie delle zolfo suggeriscono sintomi e interventi di ordine alimentare

Anche nei casi di malattia infiammatoria intestinale quiescente (cioè...

Exhaustion TEXture: metabolism and epigenetic meet on the core for CART-driven opportunities

Persistent antigen stimulation, as observed in cancer and chronic infections, leads...

Brain cancer “going APE”: here is its way to resist TMZ and leave DNA repair BEReft with options

In spite of intensive research, glioblastoma remains one of...

Newsletter

Don't miss

Malattia di Crohn e metabolismo batterico: le vie delle zolfo suggeriscono sintomi e interventi di ordine alimentare

Anche nei casi di malattia infiammatoria intestinale quiescente (cioè...

Exhaustion TEXture: metabolism and epigenetic meet on the core for CART-driven opportunities

Persistent antigen stimulation, as observed in cancer and chronic infections, leads...

Brain cancer “going APE”: here is its way to resist TMZ and leave DNA repair BEReft with options

In spite of intensive research, glioblastoma remains one of...

Kampferolo per la riprogrammazione cellulare nelle allergie: ma con un meccanismo d’azione alternativo

Malattie allergiche come asma, dermatite atopica e allergie alimentari...
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

Le alterazioni del metabolismo del glucosio nel Parkinson: è possibile che la malattia sia un neurodiabete?

L'anomalia del metabolismo del glucosio è stata identificata nel morbo di Parkinson ed è considerata uno dei suoi sintomi non motori. Sistematicamente, la tolleranza...

I pericoli della dieta occientale al di là delle patologie indotte: il ruolo dei cambiamenti climatici e delle malattie “remora”

Il costo reale degli alimenti trasformati Al di fuori di nazioni come gli Stati Uniti e l'Europa occidentale, è stato osservato in tutto il mondo...

Organic and metal pollutants doing their job: aromatics eliciting diabetes, metals hardening coronaries

Type 2 diabetes mellitus (T2DM) is a critical public health issue, with its prevalence expected to rise sharply worldwide. Recent evidence points to environmental...

Questo si chiuderà in 20 secondi