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Integratori a base di erbe e il fegato: naturale non significa sempre sicuro

Introduzione

Negli ultimi decenni, l’uso di integratori a base di erbe è aumentato significativamente in tutto il mondo. Molte persone li considerano un’alternativa naturale ai farmaci convenzionali, spesso ritenendo che “naturale” sia sinonimo di “sicuro”. Tuttavia, questa percezione può essere fuorviante, soprattutto quando si tratta della salute del fegato. Sebbene alcune erbe possano offrire benefici terapeutici, molte altre possono avere effetti tossici sul fegato, soprattutto se usate in modo improprio o in combinazione con altri farmaci. Questo articolo esplorerà il legame tra l’uso di integratori a base di erbe e la salute del fegato, analizzando i rischi associati e fornendo raccomandazioni per un uso sicuro.

Il fegato: Un organo ossenziale e vulnerabile

Il fegato è uno degli organi più importanti del corpo umano, svolgendo numerose funzioni vitali, tra cui la detossificazione, la sintesi di proteine, la produzione di bile e la regolazione del metabolismo dei grassi, delle proteine e dei carboidrati. Poiché il fegato è responsabile della metabolizzazione di molti composti, è particolarmente vulnerabile agli effetti tossici di sostanze estranee, comprese le erbe e gli integratori. L’epatotossicità, o tossicità epatica, può manifestarsi in varie forme, tra cui epatite acuta, colestasi (riduzione del flusso biliare), necrosi epatica, fibrosi e, nei casi più gravi, insufficienza epatica. L’epatotossicità indotta da farmaci (DILI o Drug-Induced Liver Injury) è ben documentata nella letteratura medica, ma è importante riconoscere che anche gli integratori a base di erbe possono causare DILI, spesso in modo insidioso.

Il paradosso degli integratori erboristici

Il crescente interesse per gli integratori a base di erbe è spesso motivato dalla ricerca di rimedi naturali per migliorare la salute e il benessere. Tuttavia, la percezione che gli integratori a base di erbe siano intrinsecamente sicuri può essere pericolosa. A differenza dei farmaci da prescrizione, molti integratori erboristici non sono sottoposti a rigorosi test di sicurezza e efficacia prima di essere commercializzati. In molti paesi, inclusi gli Stati Uniti e l’Europa, gli integratori alimentari sono regolamentati in modo meno stringente rispetto ai farmaci, il che significa che possono essere venduti senza prove cliniche approfondite (LiverTox, 2021). Un altro problema è che gli integratori erboristici possono contenere una vasta gamma di ingredienti attivi, spesso non dichiarati o etichettati in modo impreciso. Questi prodotti possono variare significativamente in termini di qualità, purezza e potenza, aumentando il rischio di effetti collaterali, inclusi quelli epatici.

Epatotossicità Indotta da Erbe: Casi Documentati

Numerosi studi hanno documentato casi di epatotossicità associati all’uso di integratori erboristici. Di seguito sono riportati alcuni esempi di erbe comunemente utilizzate e dei loro potenziali effetti tossici sul fegato.

  1. Kawa kawa (Piper methysticum)

Il kava è un’erba tradizionalmente utilizzata nelle culture del Pacifico per le sue proprietà ansiolitiche e sedative. Tuttavia, è stato associato a gravi casi di epatotossicità, tra cui epatite acuta, cirrosi e insufficienza epatica che hanno richiesto trapianti di fegato (Teschke et al., 2011). Di conseguenza, molti paesi, tra cui Germania e Canada, hanno bandito o limitato la vendita di prodotti a base di kava.

  1. Aloe Vera

L’aloe vera è ampiamente utilizzata in vari prodotti, inclusi integratori, per le sue presunte proprietà antinfiammatorie, digestive e lenitive. Tuttavia, ci sono segnalazioni di danno epatico acuto associato all’assunzione di estratti di aloe vera, con sintomi che includono ittero, affaticamento e aumento degli enzimi epatici (Chitturi & Farrell, 2008).

  1. Green Tea (Camellia sinensis)

Il thè verde è noto per i suoi benefici antiossidanti, ma l’assunzione di estratti concentrati di tè verde è stata collegata a epatotossicità. Alcuni studi hanno riportato casi di epatite acuta e insufficienza epatica in individui che assumevano integratori di tè verde per la perdita di peso (Navarro et al., 2013). Secondo alcuni Autori questa tossicità è da imputare al fatto che le catechine sono di base anche delle sostanze antitumorali e possono causare una citotossicità simile ai chemioterapici in soggetti più sensibili.

  1. Cimicifuga (Actaea racemosa)

La cimicifuga è un rimedio popolare per i sintomi della menopausa, soprattutto negli Stati Uniti, ma è stato associato a casi di epatotossicità, tra cui epatite e insufficienza epatica (Mahady et al., 2008). Sebbene il meccanismo preciso di tossicità non sia completamente compreso, si ritiene che l’interazione con i recettori estrogenici, degli aromatici (AhR) e quelli di tipo perossisomiale (PPARs) nel fegato possa giocare un ruolo.

  1. Chaparral (Larrea tridentata)

Chaparral è un’erba usata in medicina tradizionale per trattare una varietà di disturbi, ma è stata associata a gravi danni epatici, inclusi epatite fulminante e necrosi epatica. L’uso di chaparral è stato sconsigliato da diverse agenzie sanitarie a causa dei suoi rischi epatici (Smith & Desmond, 2006).

Meccanismi di epatotossicità da erbe

I meccanismi attraverso i quali gli integratori a base di erbe possono causare danni al fegato sono complessi e possono variare da erba a erba. Alcuni dei principali meccanismi includono:

  1. Tossicità Diretta

Alcune erbe contengono composti chimici che sono direttamente tossici per le cellule epatiche: sono per lo più chinoni aromatici, alcaloidi e alcuni terpeni. Questi composti possono causare danni attraverso la produzione di metaboliti reattivi, che possono legarsi alle proteine epatiche, danneggiando le membrane cellulari e inducendo la morte cellulare (LiverTox, 2021).

  1. Stress Ossidativo

Molti integratori erboristici contengono composti che possono indurre stress ossidativo nel fegato. Nello stress ossidativo i radicali liberi danneggiano le cellule, portando a infiammazione, fibrosi e necrosi epatica. Questo meccanismo è stato proposto per spiegare la tossicità epatica associata all’uso di estratti di thè verde (Galati et al., 2006).

  1. Reazioni Immunomediate

Alcuni integratori a base di erbe possono indurre una risposta immunitaria aberrante nel fegato, portando a danni mediati dal sistema immunitario. Questo può manifestarsi come epatite autoimmune, una condizione in cui il sistema immunitario attacca erroneamente le cellule del fegato (Björnsson et al., 2007).

  1. Interazioni Farmacologiche

Gli integratori erboristici possono interagire con farmaci da prescrizione, potenziando o riducendo i loro effetti e aumentando il rischio di tossicità. Ad esempio, la cimicifuga può interagire con i farmaci metabolizzati dal fegato, alterando la loro concentrazione per condizonamento degli enzimi epatici (citocromi P450) e potenzialmente causando danni epatici (Mahady et al., 2008).

Uso sicuro degli integratori erboristici

Considerando i potenziali rischi associati all’uso di integratori a base di erbe, è essenziale adottare misure per minimizzare il rischio di danni epatici. Di seguito sono riportate alcune raccomandazioni basate su evidenze scientifiche.

  1. Consultare un Medico Prima di Assumere Integratori

Prima di iniziare qualsiasi integratore a base di erbe, è importante consultare un medico o un farmacista, soprattutto se si stanno assumendo altri farmaci o si ha una condizione medica preesistente. Un professionista della salute può aiutare a identificare potenziali interazioni o rischi specifici per il fegato.

  1. Evitare Dosi Elevate e Uso Prolungato

L’assunzione di dosi elevate di integratori erboristici o il loro uso prolungato può aumentare il rischio di tossicità epatica. È importante seguire le dosi raccomandate e limitare l’uso a breve termine, a meno che non sia indicato diversamente da un medico.

  1. Acquistare Prodotti da Fonti Affidabili

La qualità e la purezza degli integratori erboristici possono variare notevolmente tra i prodotti. È consigliabile acquistare integratori da produttori affidabili che aderiscono a standard di buona fabbricazione e testano i loro prodotti per la purezza e la potenza.

  1. Monitorare i Segni di Danno Epatica

Se si assumono integratori a base di erbe, è importante monitorare eventuali segni di danno epatico, come affaticamento, ittero, dolore addominale, nausea e urine scure. In caso di comparsa di questi sintomi, è fondamentale interrompere l’assunzione dell’integratore e consultare immediatamente un medico.

  1. Educazione e Consapevolezza

Infine, è cruciale aumentare la consapevolezza sui potenziali rischi degli integratori a base di erbe. Gli operatori sanitari dovrebbero educare i pazienti sui possibili effetti collaterali e incoraggiare un uso informato e sicuro degli integratori.

Conclusioni

Gli integratori a base di erbe sono spesso considerati sicuri perché naturali, ma questa percezione può essere fuorviante. Sebbene molte erbe abbiano benefici comprovati, altre possono causare gravi danni al fegato, soprattutto se usate in modo improprio. L’epatotossicità indotta da erbe è un problema emergente che richiede maggiore attenzione sia da parte dei consumatori che degli operatori sanitari. Per ridurre il rischio di danni epatici, è essenziale consultare un medico prima di assumere integratori erboristici, seguire le dosi raccomandate, acquistare prodotti da fonti affidabili e monitorare i segni di tossicità. Solo con un uso consapevole e informato è possibile sfruttare i benefici degli integratori a base di erbe riducendo al minimo i rischi per la salute del fegato.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

  • Björnsson, E., & Olsson, R. (2007). Suspected drug-induced liver fatalities reported to the WHO database. Digestive and Liver Disease, 39(1), 33-38.
  • Chitturi, S., & Farrell, G. C. (2008). Herbal hepatotoxicity: An expanding but poorly defined problem. Journal of Gastroenterology and Hepatology, 23(3), 361-366.
  • Galati, G., Lin, A., Sultan, A. M., & O’Brien, P. J. (2006). Cellular and in vivo hepatotoxicity caused by green tea phenolic acids and catechins. Free Radical Biology and Medicine, 40(4), 570-580.
  • LiverTox: Clinical and Research Information on Drug-Induced Liver Injury. (2021). National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases. Retrieved from https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK547852/
  • Mahady, G. B., Low Dog, T., Barrett, M. L., Chavez, M. L., Gardiner, P., Ko, R., … & Marles, R. J. (2008). United States Pharmacopeia review of the black cohosh case reports of hepatotoxicity. Menopause, 15(4), 628-638.
  • Navarro, V. J., Bonkovsky, H. L., Hwang, S. I., Vega, M., Barnhart, H., & Serrano, J. (2013). Catechins in dietary supplements and hepatotoxicity. Annals of Internal Medicine, 158(12), 825-830.
  • Smith, M., & Desmond, P. V. (2006). Hepatotoxicity of herbal remedies. Clinical Liver Disease, 10(3), 637-653.
  • Teschke, R., Gaus, W., & Loew, D. (2011). Kava hepatotoxicity: A European view. New Zealand Medical Journal, 124(1344), 48-56.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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