giovedì, Settembre 19, 2024

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Associazione tra livelli elevati di cortisolo nei capelli e problemi comportamentali nei bambini

Introduzione

Il cortisolo è un ormone steroideo prodotto dalle ghiandole surrenali in risposta allo stress e svolge un ruolo cruciale nel regolare una serie di processi fisiologici, tra cui il metabolismo, la risposta immunitaria e il comportamento. Negli ultimi anni, la misurazione del cortisolo nei capelli è emersa come una metodologia non invasiva per valutare lo stress cronico nei bambini. Un recente studio ha rivelato un legame tra livelli elevati di cortisolo nei capelli e un aumento dei problemi comportamentali nei bambini. Questo articolo esplora le evidenze scientifiche che supportano questa associazione, analizzando i meccanismi fisiologici alla base, le implicazioni per la salute mentale e lo sviluppo infantile, e le potenziali strategie di intervento.

Fisiologia del Cortisolo

Il cortisolo, noto anche come “ormone dello stress”, è prodotto dalla corteccia surrenale in risposta all’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). L’asse HPA è attivato in situazioni di stress fisico o psicologico, portando al rilascio di corticotropina (CRH) dall’ipotalamo, che a sua volta stimola l’ipofisi a secernere l’ormone adrenocorticotropo (ACTH). L’ACTH agisce sulle ghiandole surrenali, inducendo la produzione di cortisolo. Il cortisolo esercita numerosi effetti sul corpo, tra cui l’aumento dei livelli di glucosio nel sangue, la soppressione della risposta immunitaria, e la modulazione del comportamento e delle emozioni. Livelli elevati di cortisolo cronico possono portare a effetti negativi sulla salute, come immunosoppressione, aumento di peso, ipertensione e disturbi mentali.

Cortisolo nei capelli come biomarkers

La misurazione del cortisolo nei capelli è considerata un metodo affidabile per valutare l’esposizione cronica allo stress. A differenza delle misurazioni di cortisolo nel sangue, saliva o urine, che riflettono lo stato di stress acuto, i livelli di cortisolo nei capelli forniscono una stima dell’esposizione allo stress su un periodo prolungato, spesso coprendo diversi mesi. Questo metodo è non invasivo e relativamente facile da eseguire. I capelli crescono in media di circa 1 cm al mese, il che significa che un segmento di 3 cm di capelli prelevato vicino al cuoio capelluto può fornire informazioni sui livelli di cortisolo degli ultimi tre mesi. Numerosi studi hanno confermato la validità e l’affidabilità del cortisolo nei capelli come biomarcatore dello stress cronico, rendendolo uno strumento utile per la ricerca sugli effetti dello stress a lungo termine nei bambini.

Problemi comportamentali nei bambini: una panoramica

I problemi comportamentali nei bambini possono variare ampiamente e includere una serie di comportamenti che interferiscono con il loro sviluppo sociale, accademico e emotivo. Questi comportamenti possono essere classificati in due categorie principali: problemi esternalizzanti e problemi internalizzanti. I problemi esternalizzanti comprendono comportamenti come l’aggressività, l’iperattività, il disobbedire alle regole, e l’impulsività. Questi problemi sono spesso visibili e possono causare conflitti con coetanei, genitori e insegnanti. I problemi Internalizzanti, invece, comprendono sintomi come ansia, depressione, ritiro sociale e somatizzazione. Questi problemi sono meno evidenti e possono essere difficili da identificare senza una valutazione approfondita.

Associazione tra cortisolo nei capelli e problemi comportamentali

Il recente studio che ha trovato un’associazione tra livelli elevati di cortisolo nei capelli e maggiori problemi comportamentali nei bambini ha fornito nuove intuizioni su come lo stress cronico possa influenzare lo sviluppo comportamentale e psicologico nei bambini. Lo studio ha coinvolto un’ampia coorte di bambini, monitorando i loro livelli di cortisolo nei capelli e valutando i loro comportamenti utilizzando scale di valutazione standardizzate. I risultati hanno mostrato che i bambini con livelli più elevati di cortisolo nei capelli presentavano un’incidenza maggiore di problemi comportamentali, in particolare comportamenti esternalizzanti come aggressività e iperattività, rispetto ai bambini con livelli di cortisolo più bassi.

L’associazione tra alti livelli di cortisolo nei capelli e problemi comportamentali nei bambini può essere spiegata attraverso una serie di meccanismi fisiologici. L’esposizione cronica a livelli elevati di cortisolo durante l’infanzia può influenzare negativamente lo sviluppo cerebrale, in particolare nelle aree coinvolte nella regolazione delle emozioni e del comportamento, come l’amigdala, l’ippocampo e la corteccia prefrontale. Un’eccessiva attivazione dell’asse HPA, poi, può portare a disfunzioni nella regolazione dello stress, aumentando la vulnerabilità a sviluppare problemi comportamentali in risposta a stress ambientali futuri. Il cortisolo può influenzare la regolazione emotiva. Livelli cronici elevati di cortisolo possono portare a difficoltà nella gestione delle emozioni, manifestandosi in comportamenti impulsivi, irritabilità e difficoltà nelle relazioni interpersonali.

Implicazioni per la salute sentale e lo sviluppo infantile

L’identificazione precoce dei bambini a rischio di problemi comportamentali a causa di livelli elevati di cortisolo potrebbe offrire opportunità per interventi preventivi. L’uso della misurazione del cortisolo nei capelli come strumento di screening potrebbe aiutare a identificare i bambini a rischio, consentendo interventi tempestivi per mitigare gli effetti negativi dello stress cronico sul comportamento. Programmi di intervento volti a ridurre lo stress nei bambini, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), la mindfulness, e le tecniche di rilassamento, potrebbero essere efficaci nel migliorare i comportamenti e ridurre i livelli di cortisolo.

L’esposizione cronica a livelli elevati di cortisolo durante l’infanzia non solo influisce sul comportamento a breve termine, ma può anche avere conseguenze a lungo termine per la salute mentale e fisica. Per esempio, i bambini con livelli elevati di cortisolo possono essere a maggior rischio di sviluppare disturbi psichiatrici in età adulta, come ansia, depressione e disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Livelli cronici elevati di cortisolo sono associati a una serie di problemi di salute fisica, tra cui obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari, che possono manifestarsi più tardi nella vita.

La ricerca futura dovrebbe concentrarsi su approfondire la comprensione dei meccanismi attraverso i quali lo stress cronico e il cortisolo influenzano lo sviluppo comportamentale nei bambini, nonché su sviluppare e testare interventi efficaci per ridurre lo stress infantile. Studi longitudinali a lungo termine potrebbero aiutare a chiarire la relazione tra cortisolo nei capelli e problemi comportamentali, identificando fattori di rischio e protettivi nel corso dello sviluppo. Lo sviluppo di interventi personalizzati basati sul profilo di stress di ciascun bambino potrebbe ottimizzare i risultati comportamentali e ridurre il rischio di disturbi psichiatrici a lungo termine.

Conclusioni

L’associazione tra livelli elevati di cortisolo nei capelli e problemi comportamentali nei bambini sottolinea l’importanza di considerare lo stress cronico come un fattore significativo nello sviluppo infantile. L’uso del cortisolo nei capelli come biomarcatore non invasivo offre una nuova prospettiva per identificare i bambini a rischio e per intervenire precocemente, migliorando così i loro risultati comportamentali e di salute a lungo termine. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno questa relazione, le attuali evidenze supportano la necessità di strategie di prevenzione e intervento per ridurre l’impatto dello stress cronico sui bambini.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Vliegenthart, J et al. (2016). Psychoneuroendocrinol. 65, 9-14.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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