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Gli effetti antiossidanti e di aumento dell’ossido nitrico dell’aglio: un aiuto per ridurre la pressione sanguigna

Ipertensione arteriosa: una minaccia globale

L’ipertensione arteriosa, comunemente nota come pressione alta, è una delle principali cause di malattie cardiovascolari, tra cui infarto, ictus e insufficienza cardiaca. L’ipertensione colpisce oltre un miliardo di persone in tutto il mondo. È spesso asintomatica nelle fasi iniziali, ma può portare a gravi complicazioni se non gestita adeguatamente. I principali fattori di rischio per l’ipertensione includono una dieta ricca di sodio, l’obesità, lo stress, il consumo eccessivo di alcol, il fumo e la sedentarietà. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che circa il 30-45% degli adulti in Europa e nelle Americhe soffra di ipertensione. In Africa e nel Sud-Est asiatico, la prevalenza può superare il 40%. L’ipertensione non trattata è un importante fattore di rischio per malattie cardiovascolari, malattie renali croniche e demenza senile (cerebrovasculopatia).

La riduzione della pressione arteriosa anche di pochi punti può ridurre significativamente il rischio di questi esiti avversi. La gestione dell’ipertensione è essenziale per prevenire complicanze a lungo termine e migliorare la qualità della vita. Mentre le terapie farmacologiche rappresentano il trattamento di elezione, l’interesse per le soluzioni naturali è cresciuto significativamente. L’aglio (Allium sativum) è stato a lungo utilizzato nella medicina tradizionale per le sue proprietà terapeutiche, e recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che i suoi effetti antiossidanti e la capacità di aumentare i livelli di ossido nitrico (NO) possono contribuire alla riduzione della pressione sanguigna. Questo articolo esamina le evidenze scientifiche a sostegno dell’uso dell’aglio come agente ipotensivo, analizzando i meccanismi biologici coinvolti e discutendo le implicazioni cliniche.

Proprietà dell’Aglio: Un Breve Panorama

Composizione Chimica dell’Aglio

L’aglio è ricco di composti organosolforati, flavonoidi, saponine, polisaccaridi, e altre sostanze bioattive che contribuiscono ai suoi effetti benefici sulla salute. Il principale composto attivo nell’aglio è l’allicina, che si forma quando l’aglio crudo viene tritato o schiacciato. L’allicina è responsabile dell’odore caratteristico dell’aglio ed è un potente antiossidante con effetti antibatterici, antifungini e antivirali. Un altro composto importante è la S-allylcysteina (SAC), presente nell’aglio invecchiato. La SAC è meno volatile dell’allicina e ha mostrato effetti antiossidanti e anti-infiammatori. L’aglio contiene anche altri composti organosolforati, come l’ajoene, il diallil-disolfuro e il diallil-trisolfuro, che contribuiscono ai suoi effetti farmacologici.

Proprietà antiossidanti e vasodilatatorie dell’aglio

L’aglio è noto per le sue potenti proprietà antiossidanti, che sono fondamentali per combattere lo stress ossidativo, un fattore chiave nello sviluppo e nella progressione dell’ipertensione. L’aglio stimola anche la produzione di enzimi antiossidanti come la superossido dismutasi (SOD) e la glutatione perossidasi, che contribuiscono a mantenere l’equilibrio redox e a proteggere il sistema cardiovascolare. Uno degli effetti più importanti dell’aglio in relazione alla pressione sanguigna è la sua capacità di aumentare i livelli di ossido nitrico (NO), una molecola cruciale per la regolazione della funzione vascolare.

L’ossido nitrico è un potente vasodilatatore prodotto dall’endotelio, il tessuto che riveste i vasi sanguigni. L’NO induce il rilassamento della muscolatura liscia vascolare, portando a una dilatazione dei vasi sanguigni e a una riduzione della pressione arteriosa. L’aglio aumenta la produzione di NO attraverso la stimolazione dell’enzima ossido nitrico sintasi (eNOS), che catalizza la conversione dell’L-arginina in NO. Questo effetto contribuisce alla riduzione della resistenza vascolare e al miglioramento della circolazione sanguigna.

Evidenze scientifiche sull’effetto dell’aglio sulla pressione sanguigna

Numerosi studi clinici hanno esaminato l’effetto dell’aglio sulla pressione sanguigna, con risultati che supportano l’uso dell’aglio come trattamento complementare per l’ipertensione. Una meta-analisi pubblicata su Journal of Clinical Hypertension ha esaminato 20 studi randomizzati controllati e ha concluso che l’assunzione di aglio è associata a una riduzione significativa della pressione arteriosa sistolica e diastolica. L’effetto ipotensivo dell’aglio era particolarmente pronunciato nei pazienti con ipertensione non controllata. Un importante studio clinico condotto da Ried e colleghi ha dimostrato che l’integrazione di aglio invecchiato per 12 settimane ha portato a una riduzione media della pressione arteriosa sistolica di 10 mmHg e della pressione diastolica di 8 mmHg nei pazienti ipertesi. Studi su modelli animali di ipertensione hanno mostrato che l’integrazione di aglio riduce significativamente la pressione arteriosa attraverso la modulazione della funzione endoteliale, la riduzione dello stress ossidativo e l’aumento dei livelli di NO. Infine, esperimenti in vitro hanno dimostrato che l’allicina e altri composti dell’aglio migliorano la biodisponibilità dell’ossido nitrico e inibiscono l’attività dell’angiotensina II, un potente vasocostrittore.

Modulazione della funzione endoteliale

La disfunzione endoteliale è una delle principali cause dell’ipertensione e delle malattie cardiovascolari. L’aglio migliora la funzione endoteliale attraverso diversi meccanismi, tra cui l’aumento della produzione di ossido nitrico e la riduzione dello stress ossidativo. Come discusso, l’aglio stimola la produzione di NO attraverso la via eNOS. Un aumento della biodisponibilità di NO contribuisce a migliorare il rilassamento vascolare e a ridurre la pressione arteriosa. L’aglio protegge le cellule endoteliali dallo stress ossidativo, riducendo i livelli di ROS e migliorando la funzione vascolare Il sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) svolge un ruolo cruciale nella regolazione della pressione arteriosa e dell’equilibrio idrosalino. L’aglio ha dimostrato di avere effetti inibitori sul RAAS, contribuendo ulteriormente alla riduzione della pressione sanguigna.

L’angiotensina II è un potente vasocostrittore che aumenta la pressione arteriosa attraverso la vasocostrizione e la stimolazione della secrezione di aldosterone. L’aglio può inibire la produzione di angiotensina II, riducendo così la vasocostrizione e la ritenzione idrica. L’aglio ha anche proprietà diuretiche lievi, che aiutano a ridurre il volume plasmatico e, di conseguenza, la pressione arteriosa. L’infiammazione cronica è un fattore chiave nello sviluppo dell’ipertensione. L’aglio ha dimostrato di avere effetti anti-infiammatori, riducendo i livelli di citochine pro-infiammatorie come IL-6 e TNF-α. L’aglio modula la risposta infiammatoria attraverso l’inibizione delle vie di segnalazione NF-κB, riducendo l’espressione delle molecole di adesione endoteliale e limitando l’infiltrazione leucocitaria nei tessuti vascolari.

Uso dell’aglio come terapia complementare

L’integrazione dell’aglio nella dieta o come supplemento può rappresentare un’opzione terapeutica complementare per i pazienti con ipertensione, soprattutto per coloro che cercano soluzioni naturali o che non tollerano i farmaci antipertensivi convenzionali. L’aglio può essere utilizzato in una varietà di preparazioni culinarie, come condimento per zuppe, insalate, salse e piatti principali. Per massimizzare il contenuto di allicina, è consigliabile tritare o schiacciare l’aglio crudo e lasciarlo riposare per alcuni minuti prima della cottura. L’aglio invecchiato, disponibile sotto forma di integratore, è una forma concentrata e standardizzata che conserva molte delle proprietà terapeutiche dell’aglio fresco, con il vantaggio di avere un odore meno pungente.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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