Nausea e Vomito Indotti dalla Chemioterapia
La nausea e il vomito indotti dalla chemioterapia (CINV, dall’inglese chemotherapy-induced nausea and vomiting) rappresentano alcune delle complicanze più debilitanti e temute dai pazienti oncologici sottoposti a trattamenti chemioterapici. Questi sintomi non solo compromettono la qualità della vita, ma possono anche interferire con la continuità del trattamento, portando a riduzioni di dosaggio o interruzioni della terapia. La gestione efficace del CINV è quindi essenziale per il successo complessivo del trattamento oncologico. La nausea e il vomito possono portare a disidratazione, squilibri elettrolitici, malnutrizione e perdita di peso. Inoltre, questi sintomi possono causare ansia, depressione e un deterioramento complessivo della qualità della vita. Negli ultimi anni, l’uso dell’olanzapina, un antipsicotico atipico, è emerso come un’opzione promettente per alleviare questi sintomi. Questo articolo esamina le evidenze scientifiche sull’efficacia dell’olanzapina nel trattamento del CINV, i meccanismi d’azione, i vantaggi rispetto ai trattamenti tradizionali e le implicazioni cliniche.
Epidemiologia del CINV
Il CINV colpisce una percentuale significativa di pazienti sottoposti a chemioterapia, con incidenza variabile a seconda del regime chemioterapico utilizzato, della dose e della predisposizione individuale. Si stima che fino al 70-80% dei pazienti sperimenti nausea e vomito in seguito a trattamenti chemioterapici altamente emetogeni, mentre anche i regimi moderatamente emetogeni possono indurre CINV in un numero significativo di pazienti. Il CINV può essere classificato in tre fasi principali: acuta (entro 24 ore dalla somministrazione della chemioterapia), ritardata (da 24 a 120 ore dopo) e anticipatoria (scatenata dalla previsione del trattamento, basata su esperienze precedenti).
Meccanismi Patofisiologici del CINV
Il CINV è mediato da una complessa interazione di percorsi neurochimici coinvolgenti neurotrasmettitori come la serotonina, la dopamina, la sostanza P e l’istamina. La chemioterapia provoca il rilascio di queste sostanze, che stimolano i recettori emetogeni nel tratto gastrointestinale e nel sistema nervoso centrale, innescando la risposta di nausea e vomito.
- Serotonina (5-HT3): I farmaci chemioterapici stimolano il rilascio di serotonina dalle cellule enterochromaffini nell’intestino, attivando i recettori 5-HT3 che sono altamente coinvolti nel CINV acuto.
- Dopamina: I recettori dopaminergici (D2) giocano un ruolo chiave nella trasmissione dei segnali emetogeni al centro del vomito nel cervello.
- Sostanza P: Questo neuropeptide agisce sui recettori NK1, ed è particolarmente coinvolto nel CINV ritardato.
Olanzapina: Meccanismi d’Azione e Uso nel CINV
Profilo Farmacologico dell’Olanzapina
L’olanzapina è un antipsicotico atipico appartenente alla classe dei tiazolo-benzodiazepinici. È comunemente utilizzata nel trattamento della schizofrenia e dei disturbi bipolari grazie alla sua capacità di modulare diversi neurotrasmettitori cerebrali, tra cui la serotonina, la dopamina, l’acetilcolina e l’istamina.
- Recettori Serotoninergici: L’olanzapina antagonizza i recettori 5-HT2A e 5-HT3, riducendo così l’effetto emetogeno della serotonina.
- Recettori Dopaminergici: Inibisce i recettori D2 della dopamina, contribuendo a prevenire la trasmissione dei segnali emetici.
- Recettori Istaminergici e Muscarinici: L’azione antagonista sui recettori H1 e M1 può contribuire ulteriormente alla riduzione dei sintomi emetici.
Efficacia dell’Olanzapina nel CINV
L’efficacia dell’olanzapina nel trattamento del CINV è stata valutata in numerosi studi clinici, che hanno dimostrato un significativo miglioramento dei sintomi rispetto ai trattamenti standard. Uno studio chiave ha confrontato l’olanzapina con placebo in pazienti sottoposti a chemioterapia altamente emetogena, mostrando che l’olanzapina ha significativamente ridotto l’incidenza di nausea e vomito acuti e ritardati. Una meta-analisi di diversi studi ha confermato che l’aggiunta di olanzapina ai protocolli antiemetici standard (come ondansetron, aprepitant e desametasone) ha migliorato significativamente il controllo dei sintomi del CINV, con una riduzione del rischio relativo di circa il 50%.
Vantaggi dell’Olanzapina Rispetto ai Trattamenti Tradizionali
Rispetto ai trattamenti antiemetici tradizionali, come i bloccanti dei recettori 5-HT3 (ad esempio ondansetron) e i bloccanti dei recettori NK1 (ad esempio aprepitant), l’olanzapina offre alcuni vantaggi distinti. Mentre i trattamenti tradizionali sono efficaci nel controllo del vomito, l’olanzapina sembra essere particolarmente utile nel trattamento della nausea, un sintomo spesso più difficile da gestire. Grazie alla sua capacità di modulare più vie neurochimiche, l’olanzapina può offrire un controllo più completo dei sintomi del CINV, includendo sia le fasi acute che ritardate. Infine, lL’uso dell’olanzapina può ridurre la necessità di ulteriori farmaci antiemetici, semplificando il regime terapeutico e migliorando l’aderenza al trattamento.
Linee Guida per l’Utilizzo dell’Olanzapina nel CINV
Sulla base delle evidenze disponibili, diverse linee guida internazionali hanno iniziato a raccomandare l’uso dell’olanzapina come parte dei regimi antiemetici per il trattamento del CINV, specialmente nei casi di chemioterapia altamente emetogena. L’olanzapina è generalmente somministrata a una dose di 5-10 mg al giorno per la gestione del CINV, iniziando poco prima della chemioterapia e continuando per alcuni giorni dopo il trattamento. L’uso dell’olanzapina in pazienti anziani o con comorbidità deve essere valutato con cautela, adattando il dosaggio e monitorando attentamente eventuali effetti collaterali.
Implementazione nella Pratica Clinica
L’integrazione dell’olanzapina nei protocolli antiemetici standard richiede una collaborazione interdisciplinare tra oncologi, farmacisti e personale infermieristico per garantire un monitoraggio efficace e un’adeguata gestione degli effetti collaterali. È essenziale che il personale sanitario sia adeguatamente formato sull’uso dell’olanzapina nel contesto del CINV, compresi i benefici, i rischi e le strategie di monitoraggio. I pazienti devono essere informati sugli effetti collaterali potenziali dell’olanzapina e sull’importanza di segnalare tempestivamente eventuali sintomi anomali. Con un’adeguata implementazione nella pratica clinica, l’olanzapina può migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti oncologici consentendo loro di proseguire il trattamento chemioterapico con maggiore comfort e meno interruzioni.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
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