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Hashish: composizione, meccanismi d’azione, effetti e potenziale terapeutico

Introduzione

L’hashish è una sostanza psicoattiva derivata dalla resina della pianta di cannabis (Cannabis sativa o Cannabis indica). Storicamente, l’uso dell’hashish ha radici profonde in culture del Medio Oriente e dell’Asia centrale, ma negli ultimi decenni, è diventato popolare in molte parti del mondo per i suoi effetti euforici e rilassanti. Come la marijuana, anche l’hashish contiene i principali cannabinoidi psicoattivi, tra cui il tetraidrocannabinolo (THC), ma in concentrazioni molto più elevate, rendendolo una forma di cannabis più potente. Con l’aumento dell’interesse verso le proprietà terapeutiche della cannabis, anche l’hashish è stato oggetto di studio per i suoi potenziali benefici nel trattamento di varie condizioni mediche, tra cui il dolore cronico, l’infiammazione e i disturbi dell’umore. Tuttavia, l’uso ricreativo di hashish è accompagnato da rischi significativi, in particolare per quanto riguarda la salute mentale e il potenziale di dipendenza.

Composizione Chimica dell’Hashish

L’hashish è una forma concentrata della resina di cannabis, che contiene alti livelli di cannabinoidi, terpeni e flavonoidi. I due cannabinoidi più abbondanti presenti nell’hashish sono il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD), ma l’hashish contiene anche altri cannabinoidi minori come il cannabinolo (CBN) e il cannabigerolo (CBG).

  1. THC (tetraidrocannabinolo): Il THC è il principale composto psicoattivo della cannabis e dell’hashish. La concentrazione di THC nell’hashish può variare significativamente, ma è generalmente molto più alta rispetto alla marijuana, variando dal 10% al 60%. Il THC è responsabile degli effetti euforici e psicoattivi, che includono alterazioni della percezione, dell’umore e della cognizione.
  2. CBD (cannabidiolo): Il CBD è un altro cannabinoide presente nell’hashish, noto per i suoi effetti non psicoattivi. A differenza del THC, il CBD non provoca euforia, ma possiede proprietà ansiolitiche, antinfiammatorie e anticonvulsivanti. Il CBD è stato studiato per il suo potenziale terapeutico in molte condizioni mediche, come l’epilessia e i disturbi d’ansia.
  3. Terpeni: Oltre ai cannabinoidi, l’hashish contiene anche una varietà di terpeni, composti aromatici che contribuiscono al suo sapore e odore caratteristici. I terpeni possono influenzare gli effetti psicotropi dell’hashish, interagendo con i cannabinoidi in un fenomeno noto come “effetto entourage”, in cui i vari composti della cannabis lavorano sinergicamente per potenziare o modulare i loro effetti.
  4. Flavonoidi: L’hashish contiene anche flavonoidi, composti antiossidanti presenti in molte piante che possono avere effetti benefici per la salute, tra cui proprietà antinfiammatorie e neuroprotettive.

Meccanismi d’azione

I cannabinoidi presenti nell’hashish, in particolare il THC, agiscono principalmente interagendo con il sistema endocannabinoide, un sistema di regolazione presente nel corpo umano che è coinvolto in numerosi processi fisiologici, tra cui il controllo del dolore, dell’umore, dell’appetito e della memoria.

  1. Recettori CB1: Il THC si lega ai recettori CB1 presenti principalmente nel cervello e nel sistema nervoso centrale. Questa interazione altera la comunicazione tra le cellule nervose, portando a cambiamenti nella percezione, nel comportamento e nella funzione cognitiva. Gli effetti psicoattivi del THC, inclusa l’euforia e il rilassamento, derivano principalmente dall’attivazione di questi recettori.
  2. Recettori CB2: Il THC e il CBD interagiscono anche con i recettori CB2, che si trovano principalmente nel sistema immunitario e nei tessuti periferici. Questa interazione è responsabile degli effetti antinfiammatori e immunomodulatori dell’hashish, rendendolo un potenziale trattamento per condizioni infiammatorie e autoimmuni.
  3. Inibizione della ricaptazione dei neurotrasmettitori: Il THC aumenta i livelli di dopamina e serotonina nel cervello, inibendo la loro ricaptazione. Questo aumento dei neurotrasmettitori è responsabile degli effetti di miglioramento dell’umore e di euforia associati all’uso di hashish.
  4. Modulazione dell’asse HPA (ipotalamo-ipofisi-surrene): L’uso di hashish può influenzare l’asse HPA, responsabile della regolazione della risposta allo stress. Il THC può temporaneamente ridurre lo stress e l’ansia, ma l’uso cronico può alterare la normale funzione dell’asse, portando a effetti negativi a lungo termine sull’umore e sulla salute mentale.

Effetti psicologici

Gli effetti psicologici dell’hashish possono variare a seconda della dose, della potenza del THC e della sensibilità individuale. Alcuni degli effetti più comuni includono:

  1. Euforia e rilassamento: Il principale effetto psicologico dell’hashish è una sensazione di euforia e rilassamento. Questo è il motivo per cui molte persone usano l’hashish a scopo ricreativo, poiché provoca una sensazione di benessere generale.
  2. Alterazioni della percezione sensoriale: Il THC nell’hashish può alterare la percezione sensoriale, rendendo i colori più intensi, i suoni più vividi e le esperienze tattili più accentuate. Questo effetto è spesso descritto come “espansione sensoriale”.
  3. Compromissione della memoria a breve termine: Uno degli effetti collaterali comuni dell’uso di hashish è una compromissione temporanea della memoria a breve termine. Il THC interferisce con l’elaborazione delle informazioni nell’ippocampo, la regione del cervello responsabile della formazione di nuove memorie.
  4. Ansia e paranoia: Sebbene l’hashish possa avere un effetto rilassante per molti, in alcuni individui, soprattutto con dosi elevate di THC, può provocare ansia, paranoia e panico. Questi effetti sono più comuni negli utilizzatori occasionali o in persone con una predisposizione a disturbi d’ansia.
  5. Alterazione del tempo e dello spazio: L’uso di hashish può alterare la percezione del tempo e dello spazio, con la sensazione che il tempo passi più lentamente o che gli spazi circostanti appaiano distorti.

Effetti fisiologici

Oltre agli effetti psicologici, l’hashish ha una serie di effetti fisiologici, che possono variare in base alla modalità di consumo e alla potenza della sostanza.

  1. Aumento della frequenza cardiaca: Il THC provoca un aumento temporaneo della frequenza cardiaca, che può durare diverse ore dopo l’uso. Questo effetto può essere pericoloso per individui con problemi cardiaci preesistenti.
  2. Secchezza delle fauci e degli occhi: Come molti cannabinoidi, l’hashish provoca secchezza delle fauci (nota come “bocca secca”) e secchezza degli occhi, effetti temporanei ma fastidiosi.
  3. Stimolazione dell’appetito: Il THC nell’hashish stimola l’appetito, un effetto comunemente noto come “fame chimica”. Questo può essere utile in contesti terapeutici per pazienti che soffrono di perdita di appetito, ma può portare a eccessi alimentari in contesti ricreativi.
  4. Effetti respiratori: Fumare hashish può causare danni ai polmoni simili a quelli causati dal fumo di tabacco, tra cui tosse cronica e irritazione polmonare. Tuttavia, l’uso di metodi alternativi di consumo, come la vaporizzazione, può ridurre questi rischi.
  5. Effetti sul sistema immunitario: L’hashish può avere effetti immunosoppressori, riducendo temporaneamente la funzione del sistema immunitario. Questo potrebbe essere utile nel trattamento di malattie autoimmuni, ma potrebbe anche aumentare la vulnerabilità alle infezioni.

Rischi associati all’uso di Hashish

Nonostante alcuni effetti benefici, l’uso ricreativo di hashish comporta una serie di rischi, soprattutto se consumato in dosi elevate o per lunghi periodi. Anche se la dipendenza fisica dall’hashish è meno comune rispetto ad altre droghe, è possibile sviluppare una dipendenza psicologica. L’uso cronico può portare a un desiderio compulsivo di usare la sostanza e difficoltà a smettere nonostante gli effetti negativi sulla vita personale e professionale. L’uso a lungo termine di hashish, soprattutto in dosi elevate, è stato collegato a un aumento del rischio di sviluppare disturbi mentali, tra cui ansia, depressione e psicosi. Il rischio è particolarmente alto per gli adolescenti e per coloro che sono geneticamente predisposti a condizioni psicotiche come la schizofrenia.

L’uso cronico di hashish può compromettere le funzioni cognitive, incluse la memoria, l’attenzione e la capacità di apprendimento. Questi effetti sono particolarmente preoccupanti negli adolescenti, il cui cervello è ancora in fase di sviluppo. Il fumo di hashish contiene sostanze chimiche irritanti che possono danneggiare i polmoni, aumentando il rischio di bronchiti croniche e malattie polmonari ostruttive. Questo rischio è più elevato per chi fuma regolarmente hashish. L’uso di hashish, infine, può compromettere la coordinazione motoria e i riflessi, aumentando il rischio di incidenti stradali e altre lesioni. Guidare sotto l’influenza dell’hashish è pericoloso e illegale nella maggior parte dei paesi.

Potenziale terapeutico

Nonostante i rischi associati all’uso ricreativo, l’hashish ha un significativo potenziale terapeutico. I cannabinoidi presenti nell’hashish, in particolare il THC e il CBD, sono stati studiati per il loro ruolo nel trattamento di una varietà di condizioni mediche.

  1. Gestione del dolore cronico: L’hashish, grazie alle sue proprietà analgesiche, è stato utilizzato per trattare il dolore cronico in pazienti con condizioni come l’artrite reumatoide, la sclerosi multipla e il cancro. I cannabinoidi possono ridurre il dolore modulando la trasmissione del dolore nel sistema nervoso centrale.
  2. Trattamento dell’infiammazione: Le proprietà antinfiammatorie del CBD e di altri cannabinoidi rendono l’hashish un potenziale trattamento per le malattie infiammatorie croniche come la malattia di Crohn e la colite ulcerosa.
  3. Controllo delle crisi epilettiche: Il CBD, un componente non psicoattivo dell’hashish, ha dimostrato di ridurre significativamente le crisi epilettiche nei pazienti con epilessia resistente ai farmaci. Questo ha portato allo sviluppo di farmaci a base di CBD, come l’Epidiolex.
  4. Trattamento dei disturbi dell’umore: Alcuni studi suggeriscono che il CBD potrebbe essere utile nel trattamento dell’ansia e della depressione, grazie alle sue proprietà ansiolitiche e antidepressive. Tuttavia, l’uso di THC per il trattamento di questi disturbi è controverso, poiché può peggiorare i sintomi in alcuni individui.
  5. Riduzione degli effetti collaterali della chemioterapia: L’hashish è stato utilizzato per alleviare nausea e vomito indotti dalla chemioterapia nei pazienti oncologici. Inoltre, l’aumento dell’appetito causato dal THC può essere utile per i pazienti che soffrono di perdita di peso e appetito.

Implicazioni Sociali e Legali dell’Hashish

Negli ultimi anni, molti paesi hanno iniziato a rivedere le loro leggi sulla cannabis, legalizzando o depenalizzando l’uso medico o ricreativo dell’hashish e della marijuana. Questa transizione ha sollevato una serie di questioni sociali e legali. La legalizzazione dell’hashish ha portato alla creazione di mercati regolamentati, in cui la qualità e la potenza dei prodotti possono essere monitorate per garantire la sicurezza dei consumatori. Tuttavia, la regolamentazione presenta sfide significative, tra cui la necessità di prevenire l’accesso da parte dei minori e di ridurre il mercato nero. Con l’aumento della disponibilità legale di hashish, è fondamentale fornire educazione pubblica sui rischi associati al suo uso, soprattutto per i giovani. Programmi di prevenzione e riduzione del danno sono essenziali per ridurre gli effetti negativi dell’uso ricreativo. La legalizzazione dell’hashish ha avuto un impatto economico positivo in molte giurisdizioni, con l’aumento delle entrate fiscali e la creazione di posti di lavoro nel settore della cannabis. Tuttavia, è necessario bilanciare questi benefici economici con i costi sociali e sanitari associati all’abuso di sostanze. Con l’aumento della legalizzazione della cannabis in tutto il mondo, è essenziale promuovere un uso responsabile e consapevole, supportato da una solida ricerca scientifica e da politiche di riduzione del danno.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Pertwee, R. G. (2008). British J Pharmacol. 153(2), 199-215.

Russo EB. (2011). British J Pharmacol. 163(7), 1344-1364.

Grotenhermen F et al. (2016). Crit Rev Plant Sci. 35(5-6), 378.

Di Marzo V, Piscitelli F. (2015). Neurotherapeutics, 12(4), 692.

Volkow ND al. (2017). Ann Rev Pharmacol Toxicol., 57, 285.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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