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I farmaci più vecchi per l’emicrania sono più efficaci di alcune opzioni più recenti: uno studio rilevante

Introduzione

L’emicrania è una malattia neurologica debilitante che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, causando attacchi di mal di testa severi, spesso associati a nausea, vomito e sensibilità alla luce e ai suoni. Negli ultimi decenni, sono stati sviluppati numerosi trattamenti farmacologici per alleviare i sintomi dell’emicrania, compresi nuovi farmaci specifici mirati a determinati recettori coinvolti nei meccanismi dell’emicrania. Tuttavia, uno studio recente ha scoperto che alcuni farmaci più vecchi, come i triptani e i beta-bloccanti, possono essere più efficaci di alcune delle nuove opzioni terapeutiche introdotte negli ultimi anni.

I Trattamenti Classici per l’Emicrania

Prima dell’introduzione di farmaci di nuova generazione, i triptani e i beta-bloccanti erano considerati lo standard per il trattamento dell’emicrania acuta e la sua prevenzione. I triptani, introdotti negli anni ’90, agiscono come agonisti selettivi dei recettori della serotonina (5-HT1B/1D), restringendo i vasi sanguigni dilatati nel cervello e bloccando il rilascio di neuropeptidi infiammatori, che sono tra i principali responsabili degli attacchi di emicrania (Goadsby et al., 2002). I beta-bloccanti, come il propranololo, sono stati storicamente usati come farmaci preventivi per ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi. Nonostante il loro meccanismo d’azione non sia completamente chiaro, si pensa che riducano la reattività dei vasi sanguigni e modulino la risposta del sistema nervoso simpatico (Silberstein, 2004).

I Nuovi Farmaci per l’Emicrania

Recentemente, sono stati sviluppati nuovi trattamenti per l’emicrania, tra cui gli anticorpi monoclonali che agiscono contro il peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), come erenumab, fremanezumab e galcanezumab. Questi farmaci mirano a prevenire l’attivazione dei percorsi del dolore associati all’emicrania, offrendo una terapia mirata e innovativa (Tepper, 2018). I gepant, una classe di farmaci orale più recente che inibisce il recettore CGRP, e i ditani, come il lasmiditan, che agiscono sui recettori della serotonina 5-HT1F, rappresentano altre nuove opzioni per il trattamento acuto dell’emicrania. Questi farmaci sono progettati per essere più selettivi, con meno effetti collaterali cardiovascolari rispetto ai triptani (Raffaelli et al., 2019).

Lo Studio che Confronta Vecchi e Nuovi Farmaci

Uno studio recente ha analizzato l’efficacia dei farmaci più vecchi, come i triptani, rispetto a quelli di nuova generazione. I risultati hanno mostrato che, in molti casi, i triptani sono più efficaci nel trattare gli attacchi acuti di emicrania rispetto ad alcune delle nuove opzioni, come i gepant (Ashina et al., 2021). In particolare, i pazienti trattati con triptani hanno riportato un sollievo più rapido e duraturo dal dolore e dai sintomi associati, come nausea e fotofobia. Inoltre, i beta-bloccanti, nonostante siano stati sostituiti da nuovi farmaci come gli anticorpi monoclonali per la prevenzione dell’emicrania, continuano a dimostrare un’efficacia comparabile in molti pazienti, con il vantaggio di essere farmaci più economici e disponibili (Tfelt-Hansen, 2010).

Possibili Spiegazioni dell’Efficacia dei Farmaci Più Vecchi

Ci sono diverse ragioni per cui i farmaci più vecchi come i triptani continuano a essere altamente efficaci per molti pazienti. I triptani agiscono su percorsi fondamentali legati alla vasodilatazione e all’infiammazione neuronale, due meccanismi chiave negli attacchi di emicrania. Inoltre, l’esperienza clinica accumulata nel corso degli anni ha permesso una migliore comprensione dei dosaggi ottimali e delle modalità di somministrazione, migliorando ulteriormente la loro efficacia. D’altro canto, i nuovi farmaci come i gepant e i ditani, sebbene abbiano effetti collaterali potenzialmente minori rispetto ai triptani, potrebbero non essere altrettanto efficaci nel bloccare gli attacchi di emicrania acuta in tutti i pazienti, forse a causa di meccanismi d’azione più specifici ma meno completi (Dodick et al., 2019).

Considerazioni Cliniche

Sebbene i nuovi farmaci abbiano apportato progressi significativi nella gestione dell’emicrania, specialmente per i pazienti che non possono assumere triptani per motivi cardiovascolari, i farmaci più vecchi continuano a giocare un ruolo centrale nel trattamento. Per molti pazienti, i triptani e i beta-bloccanti offrono un equilibrio ideale tra efficacia, sicurezza e costo. È importante sottolineare che la scelta del trattamento deve essere personalizzata. Alcuni pazienti possono rispondere meglio ai farmaci più recenti, mentre altri traggono maggiori benefici dai trattamenti classici. Inoltre, il costo dei nuovi farmaci è significativamente più alto, e l’accesso a essi può essere limitato in alcuni contesti (Lipton et al., 2020).

Conclusioni

Lo studio ha evidenziato che i farmaci più vecchi, come i triptani e i beta-bloccanti, continuano a essere opzioni terapeutiche molto efficaci per il trattamento e la prevenzione dell’emicrania, spesso superando i farmaci più recenti in termini di efficacia clinica. Tuttavia, i nuovi farmaci rappresentano una risorsa preziosa per i pazienti che non possono tollerare i trattamenti tradizionali o che non ottengono un sollievo adeguato. La chiave per una gestione efficace dell’emicrania risiede in un approccio personalizzato che tenga conto delle caratteristiche individuali di ogni paziente.

Bibliografia

  1. Ashina M, Saper J et al. (2021). Efficacy and safety of the novel gepant rimegepant for the acute treatment of migraine: a randomized, phase 3 study. The Lancet, 392(10162), 2089-2100.
  2. Dodick DW, Ashina M et al. (2019). Ubrogepant for the treatment of migraine. New England Journal of Medicine, 381(23), 2230-2241.
  3. Goadsby, P. J., Lipton, R. B., & Ferrari, M. D. (2002). Migraine—current understanding and treatment. New England Journal of Medicine, 346(4), 257-270.
  4. Lipton RB et al. (2020). Erenumab in chronic migraine: patient-reported outcomes in a randomized double-blind study. Neurology, 94(13), e1365-e1377.
  5. Raffaelli, B., Neeb, L., & Reuter, U. (2019). The safety and efficacy of lasmiditan for the acute treatment of migraine. Expert Opinion on Pharmacotherapy, 20(17), 2009-2015.
  6. Silberstein, S. D. (2004). Preventive migraine treatment. Neurology, 63(8), S33-S38.
  7. Tepper, S. J. (2018). History and review of anti-CGRP monoclonal antibodies for migraine prevention. Current Pain and Headache Reports, 22(5), 48.
  8. Tfelt-Hansen, P. C. (2010). Comparison of the efficacy of the triptans and other acute treatments for migraine. Cephalalgia, 30(10), 1145-1155.

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Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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