venerdì, Novembre 15, 2024

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Hair styling e rischio cancerogeno

Le tinture per capelli e altri trattamenti estetici sono state spesso oggetto di studio per valutare i rischi oncologici potenziali associati al loro utilizzo, soprattutto in chi li usa regolarmente o li applica come professione. Alcune ricerche suggeriscono che l’uso di certi ingredienti presenti nelle tinture per capelli potrebbe essere associato a un rischio aumentato di alcuni tipi di tumori, anche se i risultati scientifici non sono sempre conclusivi e talvolta contrastanti. Le tinture per capelli, specialmente quelle permanenti e semi-permanenti, contengono diverse sostanze chimiche. Alcune di queste sono considerate potenzialmente cancerogene per l’uomo:

  • Ammine aromatiche: la più importante è la p-fenilendiammina, usata come ingrediente primario nelle tinture permanenti, seguita dalla N,N-dimetil-p-toluidina; questa classe di sostanze è stata correlata a rischi di tumori della vescica.
  • Nitrosammine: spesso presenti in tracce nei prodotti per capelli, ma l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha confermato che sono effettivamente cancerogene per l’uomo anche a dosaggio molto basso. Organi bersaglio sono fegato, stomaco e organi riproduttivi.
  • Resorcinolo: ampiamente usato come stabilizzante, ma legato a effetti negativi sul sistema endocrino e associato a rischi di tumore mammario.
  • Formaldeide: presente in alcuni prodotti per la lisciatura dei capelli; è un noto cancerogeno e può causare tumori delle vie respiratorie e del sangue.
  • 4-Amino-2-nitrofenolo: utilizzato per i colori vivaci; è stato segnalato per avere effetti mutageni.

Oltre alle tinture, molti trattamenti per capelli contengono solventi organici volatili (come il toluene e lo xilene), che possono essere inalati durante l’applicazione, soprattutto dai parrucchieri. Il toluene non è cancerogeno di per sé ed i suoi derivati ossidati hanno un limitato potere cancerogeno. Sono tuttavia tossici per il sistema nervoso, soprattutto lo xilene ed i suoi derivati.

Tipi di tumori associati

I rischi oncologici associati all’uso prolungato e all’esposizione a questi prodotti cosmetici includono vari tipi di tumori:

  • Tumore della vescica: diverse indagini hanno trovato una relazione tra l’esposizione alle tinture per capelli, soprattutto nelle parrucchiere, e un aumentato rischio di tumore della vescica.
  • Tumore al seno: alcune ricerche, in particolare quelle sulla popolazione afroamericana, hanno suggerito un legame tra l’uso di tinture permanenti e un rischio elevato di tumore al seno.
  • Leucemia e linfomi: si è osservato che alcune sostanze nelle tinture, come la formaldeide e la dietanolamina, potrebbero contribuire a un aumentato rischio di leucemie, specialmente per chi lavora a stretto contatto con questi prodotti.
  • Tumori del polmone e delle vie respiratorie: in particolar modo associati alla formaldeide, inalata durante l’uso di trattamenti per capelli come i liscianti.
  • Tumore prostatico: il primo studio investigativo eseguito in Finlandia nel 2022 ha indicato che fra gli uomini che usano tinture per capelli ci potrebbe essere un rischio aumentato di carcinoma prostatico.

L’impatto sul settore lavorativo

È stato riscontrato che i parrucchieri e i lavoratori che manipolano regolarmente prodotti per capelli sono più a rischio, a causa della loro esposizione continua e frequente a queste sostanze chimiche. Alcuni studi hanno mostrato un’incidenza maggiore di tumore alla vescica e al polmone tra i lavoratori del settore rispetto alla popolazione generale. Anche se i risultati degli studi non sono sempre unanimi, è consigliabile limitare l’esposizione a queste sostanze, soprattutto per chi utilizza frequentemente tinture e trattamenti. È importante considerare alternative più sicure (come tinture vegetali, prive di ammine aromatiche), usare dispositivi di protezione e garantire un’adeguata ventilazione degli spazi durante l’applicazione di prodotti potenzialmente rischiosi.

Adesso è regolare vedere i parrucchieri usare guanti monouso per evitare di toccare questi prodotti, che asciugando sulla pelle hanno più probabilità di attraversare la cute ed arrivare nel torrente sanguigno attraverso i capillari sottocutanei. Fino a 30-40 anni fa non era così. È molto difficile che queste sostanze causino o siano state responsabili della comparsa di tumori alla pelle (epiteliomi, basaliomi, ecc.). La ragione è da ricercare sulla loro cinetica di azione: i composti aromatici, infatti, di per sé non sono cancerogeni, ma lo diventano dopo attivazione enzimatica da parte dei citocromi P450 (molto attivi soprattutto nel fegato). Dopo idrossilazione diventano più reattivi e sono in grado di formare intermedi che si attaccano in modo covalente a proteine ed acidi nucleici.

In quest’ultimo caso la probabilità che essi causino mutazioni cancerogene è molto elevata. Ecco perché è più facile che causino tumori negli organi interni. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato alcune sostanze trovate nei prodotti per capelli come “probabilmente cancerogene per l’uomo” (Gruppo 2A) o “possibilmente cancerogene per l’uomo” (Gruppo 2B), il che giustifica la necessità di ulteriori ricerche e regolamentazioni più rigide in questo ambito. In Italia, la regolamentazione dell’esposizione professionale a sostanze cancerogene per i parrucchieri è disciplinata principalmente dal D. Lgs 81/2008, noto come Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro. Questo decreto stabilisce le misure generali di tutela per i lavoratori esposti ad agenti cancerogeni o mutageni, includendo obblighi specifici per i datori di lavoro e i lavoratori stessi.

Principali obblighi per i datori di lavoro

  1. Valutazione del rischio: Prima dell’inizio dell’attività lavorativa e in occasione di modifiche significative nel ciclo produttivo, il datore di lavoro deve effettuare una valutazione del rischio per identificare la presenza di agenti cancerogeni o mutageni e valutare l’esposizione dei lavoratori.
  2. Eliminazione o sostituzione: Se possibile, gli agenti cancerogeni devono essere eliminati o sostituiti con sostanze meno pericolose.
  3. Misure tecniche e organizzative: Qualora l’eliminazione o la sostituzione non siano fattibili, il datore di lavoro deve adottare misure tecniche e organizzative per ridurre al minimo l’esposizione, come l’uso di sistemi chiusi o l’installazione di adeguati sistemi di ventilazione.
  4. Informazione e formazione: I lavoratori devono essere informati sui rischi associati all’esposizione ad agenti cancerogeni e ricevere una formazione adeguata sulle procedure di sicurezza e sull’uso corretto dei dispositivi di protezione individuale.
  5. Sorveglianza sanitaria: È obbligatoria la sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti, con visite mediche periodiche per monitorare lo stato di salute e individuare precocemente eventuali effetti nocivi.

Aggiornamenti normativi recenti

Nel settembre 2024 è stato pubblicato il Decreto Legislativo 135/2024, che recepisce la Direttiva (UE) 2022/431. Questo decreto introduce importanti novità nella gestione del rischio legato a sostanze pericolose, ampliando le tutele per i lavoratori esposti ad agenti cancerogeni, mutageni e, per la prima volta, a sostanze tossiche per la riproduzione.

Applicazione nel settore dei parrucchieri

I parrucchieri sono esposti a diverse sostanze chimiche potenzialmente pericolose, come formaldeide, dimetilammina e composti aromatici presenti in tinture e prodotti per capelli. Pertanto, è fondamentale che i datori di lavoro nel settore adottino le seguenti misure:

  • Utilizzo di prodotti meno nocivi: Preferire prodotti cosmetici che non contengano sostanze classificate come cancerogene o mutagene.
  • Ventilazione adeguata: Assicurare una buona aerazione dei locali per ridurre la concentrazione di vapori nocivi.
  • Dispositivi di protezione individuale (DPI): Fornire e garantire l’uso di guanti, mascherine e occhiali protettivi durante le operazioni che comportano l’uso di sostanze chimiche.
  • Formazione continua: Offrire corsi di aggiornamento sulle pratiche sicure e sulle novità normative in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

L’adozione di queste misure è essenziale per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori nel settore dei parrucchieri, in conformità con le normative vigenti.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Ricklund N et al. Ann Work Expo Health. 2023; 67(3):366-378.

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Rollison DE et al. Critical Rev Toxicol. 2006; 36(8):673-710.

Weisenburger DD. Toxicologic Pathology. 2006; 35(4):536-48.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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