giovedì, Novembre 21, 2024

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I grani antichi: un bene prezioso da rivalutare per i loro benefici sulla salute

I cereali integrali sono una componente fondamentale di una dieta equilibrata, grazie al loro alto contenuto di nutrienti essenziali, fibre e composti bioattivi. Essi includono diverse tipologie di cereali che mantengono tutte le parti del chicco: crusca (strato esterno ricco di fibre), germe (parte interna che contiene grassi sani, vitamine e minerali) ed endosperma (ricco di carboidrati). I cereali integrali sono uno dei pilastri di una dieta sana e sono associati a una riduzione significativa del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, tumori e infiammazioni croniche. Non a caso fanno parte centrale della notissima Dieta Mediterranea. Per ottenere il massimo beneficio, è importante consumarli regolarmente e in una dieta equilibrata, accompagnati a frutta, verdura, proteine magre e grassi sani.

Frumento integrale

Proprietà nutrizionali

La crusca è ricca di fibre insolubili che migliorano la salute intestinale, mentre il germe contiene fibre solubili che favoriscono la regolazione dei livelli di colesterolo. Contiene magnesio, zinco, ferro e selenio, fondamentali per il metabolismo cellulare e la salute immunitaria. È una buona fonte di vitamine del gruppo B (B1, B3, B6) e vitamina E, essenziali per il funzionamento energetico e antiossidante. Contiene polifenoli, lignani e fitosteroli, tutti composti bioattivi che contrastano lo stress ossidativo e abbassano i livelli di colesterolo nel sangue. Infatti, le fibre solubili presenti nel frumento integrale legano il colesterolo LDL (“cattivo”) nell’intestino, favorendone l’eliminazione, mentre i polifenoli e i lignani riducono l’infiammazione cronica, che è un fattore di rischio per le malattie cardiache.

Benefici per la salute

Studi epidemiologici hanno dimostrato che il consumo regolare di frumento integrale è associato a una riduzione del rischio di malattie coronariche e ictus. Il frumento integrale riduce i livelli di proteina C-reattiva, un marker infiammatorio. Le fibre del frumento integrale promuovono la crescita di batteri benefici (come i lattobacilli e i bifidobatteri), che producono metaboliti anti-infiammatori come gli acidi grassi a catena corta. Aumentano anche il volume fecale e riducono il tempo di transito intestinale, limitando l’esposizione della mucosa a sostanze cancerogene. Possono fare anche da chemiopreventive per i tumori: i lignani possono avere un effetto modulante sugli estrogeni, contribuendo a ridurre il rischio di tumori ormono-dipendenti (ad esempio, il tumore al seno); eliminano, inoltre le cellule iniziate (pre-cancerose) favorendone l’apoptosi (morte programmata).

Il frumento integrale ha un indice glicemico più basso rispetto al frumento raffinato, contribuendo alla gestione dei livelli di zucchero nel sangue e riducendo il rischio di diabete di tipo 2. L’elevato contenuto di fibre favorisce la sazietà e riduce l’assunzione calorica complessiva, aiutando nella prevenzione dell’obesità, che è un fattore di rischio per molte malattie croniche. Per ottenere benefici significativi, si consiglia di consumare 3 porzioni di cereali integrali al giorno (ad esempio, pane integrale, pasta integrale o cereali a base di frumento integrale). È importante abbinarlo a una dieta varia ed equilibrata, includendo frutta, verdura, legumi e fonti proteiche sane.

Orzo integrale: proprietà nutrizionali

L’orzo integrale è un cereale antico con un profilo nutrizionale eccezionale che lo rende particolarmente benefico per la salute umana. bioattivi utili per prevenire e gestire diverse patologie. Offre una discreta quantità di proteine vegetali, utili per il mantenimento della massa muscolare e il controllo dell’appetito. L’orzo integrale è una delle migliori fonti di beta-glucano, una fibra solubile che ha effetti positivi sul colesterolo, sul controllo glicemico e sulla sazietà. Contiene buone quantità di magnesio, selenio, fosforo e potassio, per la salute cardiovascolare, immunitaria e metabolica e vitamine del gruppo B (niacina, tiamina, piridossina) essenziali per il metabolismo energetico. Fornisce anche polifenoli, lignani e vitamina E, che hanno potenti effetti antinfiammatori e protettivi contro lo stress ossidativo.

Effetti dell’orzo integrale sulla salute

Il beta-glucano forma un gel nell’intestino, che lega il colesterolo LDL (“cattivo”) e ne riduce l’assorbimento. Favorisce la crescita di batteri benefici, che producono metaboliti anti-infiammatori come gli acidi grassi a catena corta. Questo effetto ha ripercussioni positive su tutto l’organismo. Studi mostrano che l’assunzione regolare di orzo integrale può ridurre il colesterolo LDL del 7-10%. Il suo contenuto di potassio e magnesio aiuta a regolare la pressione arteriosa, favorendo il rilassamento dei vasi sanguigni. I polifenoli e i lignani presenti nell’orzo riducono l’infiammazione cronica e l’ossidazione delle LDL, che sono processi chiave nello sviluppo dell’aterosclerosi. Questi composti neutralizzano i radicali liberi e riducono i danni al DNA, proteggendo dalle mutazioni che possono portare allo sviluppo del cancro.

L’orzo contribuisce a ridurre i marker infiammatori come la proteina C-reattiva (PCR), migliorando la salute cardiaca generale. La fermentazione delle fibre dell’orzo nel colon produce gli SCFA. Una dieta ricca di orzo integrale può aiutare a regolare le risposte immunitarie aberranti associate a malattie autoimmuni e infiammatorie. Questi effetti dipenderebbero dalle azioni modulatorie di SCFA, polifenoli, lignani e oligoelementi come zinco e selenio. Inoltre, i lignani presenti nell’orzo possono modulare i livelli di estrogeni, riducendo il rischio di tumori al seno e alla prostata. Altri benefici per la salute includono il controllo glicemico e quindi una migliore gestione del peso corporeo. Il beta-glucano riduce il picco glicemico post-prandiale rallentando l’assorbimento degli zuccheri, rendendo l’orzo ideale per chi soffre di diabete di tipo 2 o per la prevenzione della malattia.

Segale: cereale antico ed amico del cuore

La segale integrale è un cereale nutrizionalmente ricco e particolarmente benefico per la salute umana. Rispetto ai cereali raffinati, la segale integrale conserva la crusca, il germe e l’endosperma, fornendo una vasta gamma di nutrienti, fibre e composti bioattivi. Contiene amido resistente, che rallenta l’assorbimento degli zuccheri, promuovendo un rilascio graduale di energia. Fornisce una buona quantità di proteine vegetali, utili per il metabolismo cellulare e la sazietà. Contiene vitamine del gruppo B (soprattutto B1, B3 e B6) e vitamina E, fondamentali per il metabolismo energetico e la protezione antiossidante.

È apprezzata soprattutto per il suo elevato contenuto di fibre e la capacità di fornire energia a lento rilascio. L’elevato contenuto di fibre e amido resistente contribuisce a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue, riducendo il rischio di diabete di tipo 2. La segale è nota per indurre una maggiore sazietà rispetto ad altri cereali, aiutando a ridurre l’apporto calorico complessivo. Questo effetto può essere notato comperando e consumando abitualmente pane di segale ai pasti principali. La combinazione di fibre, antiossidanti e minerali della segale aiuta a combattere l’infiammazione e a migliorare la sensibilità insulinica.

Farro: antico, un po’ incompleto ma più salutare

Il farro è un cereale antico appartenente alla famiglia delle graminacee, noto per il suo alto valore nutrizionale e per i benefici che apporta alla salute umana. E’ antico almeno quanto l’orzo e, come questo, era l’ingrediente principale del pane del popolo romano. Il frumento, infatti, era, devoluto maggiormente alle classi più abbienti e ricche. Esistono tre principali varietà di farro: il farro piccolo (Triticum monococcum), il farro medio (Triticum dicoccum) e il farro grande (Triticum spelta), con il farro medio che è il più diffuso in molte diete. Il farro integrale, in particolare, mantiene la crusca, il germe e l’endosperma, rendendolo ricco di nutrienti essenziali. È una ricca fonte di fibre solubili e insolubili che supportano la salute intestinale e cardiovascolare. Contiene amido resistente, che fornisce energia a lento rilascio, stabilizzando i livelli di zucchero nel sangue.

È una fonte di proteine vegetali con un buon equilibrio di aminoacidi, anche se non è una proteina completa in modo analogo al frumento. Tuttavia, il suo apporto proteico è lievemente maggiore a quello del frumento (15g di proteine/100g, rispetto alla media di 11,5-12 per il secondo). Il farro è anche ricco di magnesio, ferro, zinco, manganese e selenio, tutti essenziali per molte funzioni fisiologiche. Rispetto al frumento regolare, il farro è anche più ricco in certe fibre del tipo beta-glucano, di alchil-resorcinoli (dei polifenoli particolari) e di acidi fenolici coniugati alle fibre. In questo è analogo all’orzo ed alla segale; questi polifenoli, infatti, supportano la salute metabolica e cardiovascolare attraverso la loro influenza sul microbiota intestinale.

Prospettive

È da almeno un decennio che c’è una rivalutazione dei grani antichi da parte dell’industria agro-alimentare per svariati fini o interessi. La maggiore informazione dei consumatori, l’accresciuta consapevolezza dei problemi di salute legati allo stile alimentare, e le continue raccomandazioni della comunità scientifica nell’evitare una dieta monotona e povera di alimenti freschi o integrali, sembrano aver fatto breccia quantomeno in una fetta della popolazione generale. Non è infrequente, ormai, trovare pane multicereale, al farro, alla segale, alla soia ed anche in combinazioni nei panifici di città. E salvo per i casi dei più tradizionalisti del “pane bianco”, i consumatori sembrano gradire queste tipologie che, fra l’altro, hanno una buona palatabilità e contengono un po’ meno glutine o quantomeno una tipologia di glutine chimicamente in parte differente da quella del frumento.

Infatti, alcuni studi recenti di comparazione genomica, hanno fatto vedere che sebbene qualche cereale antico ha più leggermente più glutine del frumento, la sua composizione aminoacidica non è identica e la presenza di gliadine immunogene/citotossiche non è uniforme. Il problema dell’intolleranza al glutine è diverso dalla celiachia, ma sfortunatamente è molto più diffuso rispetto a questa. In una regione del mondo (quella mediterranea) dove la cultura del pane e della pasta è molto radicata, privarsi di questo alimento è impossibile. Quello che è auspicabile invece, è che si arrivi ad una educazione culturale alimentare che istruisca su come poter accedere al proprio “amato pane”, ma con criterio e responsabilità per la salute.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Roumia H, Kókai Zv et al. Foods. 2023 Jun; 12(12):2411.

Brouns F, Geisslitz S et al. Nutr Bull. 2022; 47(2):157-167.

Dinu M, Whittaker A et al. J Nutr Biochem. 2018; 52:1-9.

Godfrey D et al. J Agric Food Chem. 2010; 58:3012-3021.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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