Anche nei casi di malattia infiammatoria intestinale quiescente (cioè senza la presenza di infiammazione) quasi un terzo di tutti i pazienti riferisce sintomi persistenti; il problema è particolarmente comune nei pazienti con morbo di Crohn. Una nuova ricerca dei ricercatori dell’Università del Michigan potrebbe fornire una spiegazione del perché alcuni pazienti con morbo di Crohn continuano a manifestare sintomi, anche in assenza di infiammazione, come pubblicato sulla rivista Inflammatory Bowel Disease. Uno studio pre cedente dello stesso team, ha esaminato i microbiomi dei pazienti con morbo di Crohn quiescente che avevano sintomi persistenti rispetto a quelli che non li avevano. Nei pazienti con sintomi persistenti, hanno trovato un arricchimento significativo di batteri produttori di composti solforati nell’intestino. Questo ultimo studio ha ulteriormente stabilito un potenziale collegamento tra sintomi persistenti e microbi solfidogenici, scoprendo che entrambi erano arricchiti nelle feci dei pazienti con morbo di Crohn quiescente.
L’acido solfidrico (H2S) può influenzare la permeabilità intestinale, ovvero la funzione della barriera intestinale che consente il passaggio dei nutrienti mantenendo fuori le tossine (la perdita della normale funzione della barriera intestinale è nota anche come “intestino permeabile” o leaky gut). L’acido solfidrico può anche portare a una maggiore ipersensibilità viscerale attraverso l’influenza dei neuroni locali del dolore. Una teoria iniziale sulla causa della permeabilità intestinale alterata tra i pazienti con morbo di Crohn quiescente era un’infiammazione subclinica difficile da rilevare. Tuttavia, i sintomi persistevano nei pazienti che avevano o non avevano una profonda remissione della loro malattia infiammatoria intestinale, portando i ricercatori a guardare al microbioma intestinale per spiegazioni alternative. Questo studio ha scoperto che in 39 pazienti con morbo di Crohn quiescente con sintomi, il metaboloma fecale era “significativamente diverso” rispetto a 274 pazienti con morbo di Crohn quiescente senza sintomi.
Il metaboloma fecale in qCD+S (malattia quiescente con sintomi) era significativamente diverso rispetto ai pazienti senza sintomi (qCD-S) e (IBD con diarrea (IBS-D) ma non con malattia attiva (aCD). I pazienti con qCD+S erano arricchiti in vie di aminoacidi contenenti zolfo, tra cui cisteina e metionina, così come serina, glicina e treonina. Anche le vie del glutatione e del nicotinato erano arricchite nei soggetti qCD+S rispetto a qCD-S, il che suggerisce una disfunzione mitocondriale, un bersaglio a valle della segnalazione di H2S. L’integrazione multi-omica ha dimostrato che i microbi arricchiti nei pazienti qCD+S erano associati a importanti vie metaboliche dello zolfo. I geni metabolici dello zolfo batterico, tra cui CTH, isfD, sarD e asrC, erano disregolati nei pazienti qCD+S. Al di là dell’andare a spiegare quali meccanismi possono causare queste disfunzioni, è più importante andare sul campo alimentare e suggerire come adottare una dieta in cui non si esageri con l’introito di alimenti le cui proteine contengono molti aminoacidi solforati.
Proteine ricche di zolfo si trovano nel frumento e nella maggior parte dei cereali, nei legumi, nelle uova, nel latte e nei formaggi. Questo non vuol dire che i pazienti affetti da malattia sintomatica non devono assumere questi alimenti; piuttosto, dovrebbero limitare la loro assunzione, spostando la preferenza verso frutta, verdura, ortaggi, prodotti fermentati come yogurt e kefir per l’apporto di probiotici, che sono sempre salutari per questa categoria di pazienti. I ricercatori, infatti, hanno anche avviato uno studio pilota per determinare gli effetti di una dieta a basso contenuto di zolfo sui pazienti affetti dal morbo di Crohn con sintomi persistenti. La persistenza dei sintomi con morbo di Crohn quiescente rimane una sfida per il trattamento generale della condizione. Mentre molti pazienti cercano di raggiungere la remissione dell’infiammazione, i sintomi rimanenti hanno un impatto importante sulla qualità della vita, che spesso vengono afrrontati con uso di analgesici tipo FANS ma anche oppioidi, il che causa effetti collaterali soprattutto a carico dell’apparato digerente.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
Golob J et al. Inflamm Bowel Dis. 2024 Nov 14:izae238.
Golob J et al. Gastro Hep Adv. 2023 Nov; 3(2):167-177.