mercoledì, Febbraio 5, 2025

Licopene: il “rossopomodoro” è davvero antidepressivo?

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La depressione è un disturbo mentale caratterizzato da cattivo umore, rallentamento del pensiero e ridotta forza di volontà, spesso accompagnato da sintomi quali affaticamento, perdita di appetito e insonnia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che entro il 2030 la depressione diventerà la principale causa di malattia in tutto il mondo. Tuttavia, l’esatta patogenesi della depressione rimane poco chiara. L’ipotesi monoamminica suggerisce che la depressione sia correlata a una carenza di neurotrasmettitori nel cervello, come serotonina, noradrenalina e dopamina. Inoltre, fattori genetici, fattori psicosociali, il contributo del microbiota intestinale e lo stress ossidativo svolgono anche ruoli essenziali nell’insorgenza e nella progressione della condizione. Esistono dati dal 2000 che supportano anche il ruolo della neuroinfiammazione come fattore contribuente e/o potenziante.

Nuove prove emergenti suggeriscono ora che il licopene (un colorante vegetale naturale) potrebbe avere proprietà antidepressive. Una nuova ricerca pubblicata su Food Science & Nutrition rivela i meccanismi alla base dei suoi effetti antidepressivi. Nei topi con comportamenti depressivi, le analisi del cervello hanno rivelato delle compromissioni nell’ippocampo. Il trattamento con licopene ha ridotto queste compromissioni e invertito i tratti depressivi degli animali. Il trattamento con licopene ha potenziato l’espressione del fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF), una proteina che regola molti aspetti della funzione cerebrale. Gli esperimenti hanno indicato che un percorso di segnalazione che coinvolge il BDNF (chiamato percorso TrkB, che aiuta a regolare l’apprendimento, la memoria e la comunicazione cellulare) è inibito nei topi con depressione e che il trattamento con licopene allevia questa inibizione.

Il licopene si trova molto abbondante nel pomodoro, cui conferisce il caratteristico colore rosso. È un membro della famiglia dei carotenoidi, cui appartiene il carotene e la vitamina A ed è dotato di proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e chemiopreventive per certi tipi di tumore, come quello polmonare, gastrico e intestinale. Non sono mai stati riscontrati veri recettori cellulari per il licopene tali da poterne giustificare molti effetti biologici riscontrati. La sua azione scavenger sullo stress ossidativo (ROS) è stata sempre la principale invocata per spiegare le sue proprietà biologiche, assieme a quella di interferire con l’attivazione della proteina chinasi da stress p38, coinvolti nei fenomeni infiammatori e relativi all’immunità ed alla morte cellulare. Nei topi trattati con licopene, l’ippocampo ha mostrato un a maggiore espressione di BDNF, ma non ha incentivato il percorso TrkB.

Il che è una sorpresa, dato che molti effetti di questo fattore di crescita ne dipendono. Tuttavia, il licopene ha modificato l’espressione di molte proteine associate alle sinapsi ed alle vescicole sinaptiche dei neurotrasmettitori (Syn, PSD-95). Altri dati suggeriscono che il licopene in qualche modo incentivi l’attività della proteina chinasi AMPK-alfa, la stessa che si attiva nel digiuno e che modifica il metabolismo energetico cellulare. Dall’altro lato, l’attivazione del percorso del fattore di trascrizione Nrf-2 da parte del licopene, potrebbe spiegare l’aumentata espressione di proteine ed enzimi antiossidanti (HO-1, GSTp, Trx-1, SOD2 ed altri) che alleviano il carico di stress ossidativo cellulare che si verifica nel corso della malattia depressiva. Questi risultati suggeriscono che il licopene ha un grande potenziale futuro come antidepressivo, sebben i suoi precisi meccanismi biologico non siano ancora del tutto compresi.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Xu H, Wang Y et al. Food Sci Nutr 2025 Jan; 13(1):e70003.

Guo Y, Fan Z et al. 2023. Neurol Res. 2023; 45(8): 753–764.

Fries GR, Saldana VA et al. Mol Psychiatry 2023; (28)1:284.

Chen D et al. Biomed Pharmacother 2019; 111:791–801.

Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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