L’invecchiamento è un processo complesso caratterizzato da cambiamenti biologici progressivi che influenzano la funzione cellulare e la salute generale. Negli ultimi anni, la ricerca ha suggerito che specifiche strategie nutrizionali e comportamentali possano contribuire a rallentare il declino fisiologico legato all’età. Tra queste, l’integrazione di omega-3 e l’esercizio fisico regolare emergono come due interventi chiave per la promozione della longevità e della qualità della vita negli anziani. Gli acidi grassi omega-3, presenti principalmente nel pesce grasso, in alcune piante e negli integratori a base di olio di pesce, sono noti per le loro proprietà anti-infiammatorie e neuroprotettive. Studi clinici hanno dim
In particolare, una revisione pubblicata su The Journal of Gerontology ha evidenziato che un maggiore apporto di acidi grassi omega-3 è associato a una riduzione del rischio di malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer, e a una migliore conservazione della cognitività. Parallelamente, l’esercizio fisico svolge un ruolo fondamentale nel contrastare gli effetti negativi dell’invecchiamento. L’attività aerobica e l’allenamento di resistenza favoriscono l’aumento della massa muscolare, migliorano la sensibilità insulinica e contribuiscono alla regolazione della risposta infiammatoria dell’organismo. Inoltre, studi sperimentali indicano che l’esercizio fisico può influenzare positivamente la lunghezza dei telomeri, elementi chiave nella protezione del DNA e nella regolazione della senescenza cellulare.
Un’analisi condotta dalla Mayo Clinic ha mostrato che individui che praticano regolarmente attività fisica presentano telomeri più lunghi rispetto a quelli sedentari, suggerendo un possibile effetto anti-invecchiamento. L’effetto combinato dell’integrazione di omega-3 e dell’esercizio fisico potrebbe amplificare i benefici individuali di ciascun intervento. Studi recenti hanno evidenziato che gli omega-3 possono potenziare la risposta adattativa dell’organismo all’attività fisica, migliorando la sintesi proteica muscolare e riducendo il danno ossidativo post-esercizio. Inoltre, è stato ipotizzato che l’interazione tra omega-3 e attività fisica possa modulare positivamente l’asse infiammatorio e ridurre la progressione di patologie croniche legate all’età. Gli omega-3, infatti, non servono unicamente a fluidificare il sangue e prevenire l’ictus cerebrale o l’infarto cardiaco.
Essi regolano la pressione arteriosa proteggendo i reni, hanno effetti diretti sulle cellule cerebrali, della retina, quelle immunitarie e quelle endocrine, regolando il bilancio fra le varie categorie di ormoni corporei. Sono abbastanza recenti alcuni studi che indicherebbero come il consumo di almeno 2 grammi al giorno di preparazioni pure di omega-3 potrebbero essere il requisito minimo per la prevenzione della demenza senile, mentre la dose di un grammo un avrebbe questo effetto. Nonostante le evidenze promettenti, ulteriori studi sono necessari per comprendere meglio i meccanismi biologici alla base di questa sinergia e per definire le dosi ottimali di omega-3 in relazione ai diversi regimi di allenamento. L’esercizio fisico intenso, infatti, causa un parziale stress ossidativo che potrebbe far aumentare la loro soglia di introito ai fini protettivi.
Tuttavia, adottare un approccio integrato che combini una dieta ricca di omega-3 con un programma di esercizio fisico regolare potrebbe rappresentare una strategia efficace per promuovere l’invecchiamento in salute e migliorare la qualità della vita nelle popolazioni anziane.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
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