La stomatite aftosa ricorrente (RAS) è un comune disturbo della mucosa orale che si presenta come ulcerazioni dolorose e ricorrenti della cavità orale. Le lesioni della RAS si presentano tipicamente come ulcere multiple, piccole, superficiali e irregolari con bordi ben definiti circondati da aloni eritematosi. Mentre l’eziologia rimane multifattoriale, un’area emergente di studio evidenzia il ruolo dell’ipovitaminosi nella RAS, in particolare le carenze di vitamine B12, C e folato. Fattori eziologici come malassorbimento gastrointestinale, malattie sistemiche e carenze alimentari possono compromettere l’assorbimento delle vitamine, contribuendo all’ipovitaminosi. Le carenze vitaminiche possono compromettere l’integrità della mucosa, influenzando la riparazione cellulare e la risposta immunitaria.
Il riconoscimento dell’ipovitaminosi come possibile fattore sottostante nella RAS offre una preziosa opportunità diagnostica e terapeutica per i medici coinvolti nell’assistenza ai pazienti. Il ruolo della vitamina B12, della vitamina C e del folato nell’eziopatogenesi della RAS può essere dettagliato esplorando le loro funzioni biologiche, i contributi alla salute della mucosa orale e il coinvolgimento nei percorsi metabolici. La vitamina B12 è fondamentale per la sintesi del DNA, la formazione dei globuli rossi e il mantenimento della salute neuronale. La sua carenza compromette l’integrità cellulare e della mucosa, portando a una maggiore suscettibilità alla RAS. La vitamina C svolge un ruolo fondamentale nella sintesi del collagene e nella riparazione dei tessuti agendo come cofattore per gli enzimi prolil- e lisil-idrossilasi, che stabilizzano la sua struttura.
La carenza di acido ascorbico compromette la guarigione delle ferite e aumenta la fragilità della mucosa. L’acido folico invece è essenziale per la sintesi dei nucleotidi, la riparazione del DNA e i processi di metilazione, supportando il rapido turnover cellulare nella mucosa orale. La carenza di folato interrompe il rinnovamento delle cellule epiteliali e compromette l’integrità della mucosa, predisponendo anche gli individui alla RAS. Ci sono evidenze a supporto che la carenza di queste vitamine possa controbuire alla comparsa di afte ricorrenti.Tabel et al. hanno pubblicato uno studio caso-controllo su 40 individui con RAS documentata che ha rivelato come il 75% dei partecipanti presentasse carenze di vitamina B12 e livelli di folato. I risultati clinici includevano glossite e lesioni ulcerative ricorrenti, significativamente più frequenti tra i pazienti con livelli sierici di vitamina più bassi.
Padayatty et al. in una coorte di 25 pazienti con RAS hanno riportato una carenza di vitamina C significativamente associata a una guarigione ritardata delle ulcere e a un aumento del sanguinamento gengivale. Questo studio supporta il ruolo della vitamina C nella riparazione e nell’integrità della mucosa, suggerendo che l’integrazione può aiutare la risoluzione delle ulcere. Lo studio osservazionale di Hugar et al. ha evidenziato l’associazione tra carenza di folato e gravità della RAS. I pazienti con bassi livelli sierici di folato hanno mostrato lesioni RAS più frequenti e gravi rispetto a quelli con livelli normali di folato, sottolineando l’importanza del folato nei processi di riparazione cellulare. Freitas et al., infine, hanno osservato una marcata riduzione della frequenza delle ulcere tra i pazienti che ricevevano integrazione esterna con vitamine B12, C e folato.
Questa scoperta suggerisce che l’integrazione vitaminica potrebbe svolgere un ruolo terapeutico per i pazienti con RAS e che l’ipovitaminosi rappresenta un fattore critico nell’eziologia e nella gestione della condizione. Parimenti, non è da sottovalutare la dieta: un alimentazione “occidentale” molto scarsa in alimenti freschi e ricchi di vitamine e minerali essenziali, può predisporre più facilmente alla comparsa della condizione, rispetto a chi è abituato ad un regolare consumo di frutta, verdure, legumi ed altri alimenti naturali e poco trasformati. La conoscenza si queste informazioni da parte dei medici di condotta, da riferire ai loro pazienti che presentano afte ricorrenti, può servire ad una migliore gestione della condizione perché costoro abbiano sollievo ed una migliore qualità di vita.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
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