Tutti conoscono gli omega-3, una classe di acidi grassi essenziali noti al pubblico perché tanto reclamizzati per la prevenzione delle malattia cardiovascolari, la gestione del diabete ed anche del peso corporeo. Ma a parte le funzioni più conosciute degli acidi omega-3, ci sono quelle legate al sistema nervoso, a certi aspetti delle reazioni immunitarie, alla salute dei reni, dell’apparato scheletrico e di molte ghiandole endocrine. Non ultimo, gli acidi omega-3 sono stati implicati nei disordini degenerativi tumorali. Il carcinoma mammario triplo negativo (TNBC) rappresenta mediamente il 15% di tutti i carcinomi mammari. Si riferisce ai tumori al seno che non esprimono contemporaneamente il recettore degli estrogeni, quello del progesterone e il recettore del fattore di crescita epidermico 2 (EGFR2): Questo gli impedisce di rispondere alle terapie mirate a questi recettori (farmaci selettivi). Questo tipo di tumore al seno è più aggressivo e presenta tassi di recidiva e di mortalità più elevati rispetto ad altri sottotipi nei primi anni dopo il trattamento. Le cellule umane MDA-MB-231 esprimono questo profilo triplo negativo e sono la principale linea cellulare utilizzata per indagare su questo sottotipo di tumore al seno. Inoltre, le cellule murine 4T1 sono anche tipiche linee cellulari a carcinoma mammario triplo negativo, e mimano il carcinoma mammario in modo molto simile considerando le caratteristiche come sito anatomico, immunogenicità e sviluppo della crescita.
L’acido docosa-esaenoico (DHA) è un acido grasso omega-3 che ha effetti antitumorali. Studi in vitro hanno documentato che il DHA può inibire la crescita delle cellule del cancro al seno e aumentare l’apoptosi e ridurre il potenziale di invasività cellulare. È stato dimostrato che il DHA ha attenuato la progressione del cancro al seno e le metastasi polmonari. D’altra parte, l’acido arachidonico (AA) è un acido grasso della famiglia omega-6 ed è associato alla crescita e alla progressione del tumore. Poco più di dieci anni fa sono stati condotti egli studi sperimentali sull’effetto degli omega-3 sulla crescita del tumore mammario (Menedez et al. 2004; 2005; Schley et al. 2005). Gli acidi grassi omega-3 (una combinazione di EPA e DHA) hanno inibito la crescita delle cellule MDA-MB-231 del 30-40% sia in presenza che in assenza di acido linoleico, un acido grasso essenziale omega-6. Se fornito individualmente, il DHA era più potente dell’EPA nell’inibire la crescita delle cellule MDA-MB-231. Altri studi dell’anno scorso hanno anche dimostrato che l’effetto degli omega-3 è più intenso in presenza di vitamina D (Yang J et al. 2017) o di acido retinoico, il derivato attivo della vitamina A (Lin G et al. 2017). Questo perché probabilmente questi fattori arrivano a delle vie di dialogo comune, che convergono nell’espressione genica del DNA mediata dai loro recettori cellulari.
Un studio appena pubblicato, invece, ha svelato la modalità con cui gli omega-3 eliminano le cellule di carcinoma mammario triplo negativo. Il DHA, induce una morte cellulare speciale chiamata piroptosi, nelle cellule di cancro al seno triplo negativo MDA-MB-231. La morte regolare delle cellule tumorali si ha per apoptosi, che è un suicidio genetico programmato ed indotto dalla chemioterapia. Invece, le cellule triple negative trattate con DHA muoiono lanciando un segnale infiammatorio al sistema immunitario. Dopo assorbimento del DHA, esse attivano la secrezione di interleuchina-1 (IL-1β) e di HMGB1. La prima è la citochina della “febbre”, la seconda è una proteina di stabilità del DNA che allerta il sistema immunitario che c’è in atto un danno ai tessuti. Gli Autori della ricerca commentano: “I nostri dati hanno dimostrato che il DHA può attivare l’inflammasoma e indurre la secrezione di IL-1β nelle cellule di cancro al seno. Al contrario, il DHA può inibire l’attivazione dell’inflammasoma nelle cellule immunitarie come i macrofagi. Pertanto, l’acido omega-3 DHA può innescare questa morte speciale nelle cellule MDA-MB-231 di cancro al seno triplo negativo. Questo potrebbe gettare nuova luce sull’effetto antitumorale del DHA, che può avere un ruolo importante per l’integrazione di omega-3 nella terapia del cancro”.
- a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, Medico specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni correlate
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