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Anemia falciforme: gli antiossidanti diventeranno realtà clinica sicura?

Lo stress ossidativo contribuisce alla complessa fisiopatologia della anemia falciforme (SCD).  A causa delle ischemie ripetute, i tessuti sono soggetti al danno riperfusivo mediato dai radicali liberi dell’ossigeno (ROS). Questa non è una conoscenza recente, ma contrariamente ai soggetti adulti, nessuna indagine è stata fatta sui bambini. Il Dr. Bisawl dell’Istituto di Tecnologia Industriale di Kalinga, Bhubaneswar, in India, e il suo team hanno esaminato campioni di sangue di 147 soggetti ammalati. Un gruppo di controllo era formato da 156 individui sani. Diversi markers di stress ossidativo e mediatori dell’infiammazione sono stati misurati utilizzando varie tecniche biochimiche. Campioni di plasma sono stati raccolti dal sangue per la misurazione di antiossidanti e ROS. I livelli plasmatici di radicali idrossilici (HO•) e di ossido nitrico (•NO) erano più elevati nei bambini con SCD rispetto ai gruppi di controllo.

Enzimi plasmatici antiossidanti come la superossido-dismutasi (SOD), catalasi (CAT), glutatione (GSH) e glutatione perossidasi (GPx) erano significativamente ridotti nei bambini con falcemia. La perossidazione lipidica plasmatica, la carbonilazione delle proteine ​​e i markers di danno al DNA sono stati significativamente modificati in diversi gruppi di età di bambini con SCD. Pertanto, sembra che i bambini con la malattia abbiano una condizione infiammatoria cronica, a causa della persistente alterazione del contenuto di emoglobina, reticolociti, bilirubina totale, piastrine, creatinina, leucociti e alterazione dell’espressione dei mediatori dell’infiammazione rispetto ai gruppi di controllo. Una diminuzione dell’attività antiossidante potrebbe spiegare la riduzione della perossidazione lipidica, la carbonilazione delle proteine ​​e l’aumento dell’infiammazione, che a sua volta intensificano i sintomi della SCD nei bambini.

È stato dimostrato che la terapia orale con L-glutammina di grado farmaceutico aumenta la proporzione della forma ridotta di nicotinammide adenina-dinucleotide (NAD+) negli eritrociti a cellule falciformi, che probabilmente riduce lo stress ossidativo e potrebbe causare un minor numero di episodi di dolore correlato alle cellule falciformi. In uno studio multicentrico, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, fase 3, un team di ricercatori clinici ha testato l’efficacia della L-glutammina di grado farmaceutico (0,3 g/Kg di peso corporeo per dose) somministrata due volte al giorno per bocca, rispetto al placebo, nel ridurre l’incidenza di ischemie dolorose tra i pazienti con anemia falciforme o β-talassemia falciforme e una storia di due o più crisi dolorose durante l’anno precedente. Un totale di 230 pazienti (età compresa tra 5-58 anni, 54% donne) hanno ricevuto in modo casuale L-glutamina (152 pazienti) o placebo (78 pz.).

I pazienti nel gruppo l-glutammina hanno avuto significativamente meno crisi dolorose rispetto a quelle del gruppo placebo. Un minor numero di ospedalizzazioni si è verificato nel gruppo L-glutammina rispetto al gruppo placebo. Due terzi dei pazienti in entrambi i gruppi di studio hanno ricevuto idrossiurea concomitante. Nausea di basso grado, dolore toracico non cardiaco, affaticamento e dolori muscolari si sono verificati più frequentemente nel gruppo L-glutammina rispetto al gruppo placebo. Tra i bambini e gli adulti SCD, l’incidenza di crisi dolorose nell’arco di 48 settimane è risultato inferiore tra coloro che hanno ricevuto la terapia orale con L-glutammina, somministrata da sola o con idrossiurea, rispetto a quelli che hanno ricevuto placebo, con o senza idrossiurea. Perciò l’integrazione nutrizionale con antiossidanti e amminoacidi come la L-glutammina, potrebbe diventare un presidio sicuro nei pazienti affetti da anemia falciforme, con particolare riguardo all’età pediatrica.

La glutammina è uno dei mattoni essenziali per la sintesi del glutatione (GSH), il maggiore antiossidante sia cellulare che dei globuli rossi. Per cui la sua integrazione potrebbe servire sicuramente a stabilizzare la loro emivita contro gli insulti ossidativi presenti nel quadro clinico della falcemia. Sono state pubblicate delle rassegne nel 2018 e l’anno scorso che attestano i progressi e le speranze per questa forma di terapia innovativa quanto naturale.

  • a cura del Dr Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Ballas SK. Mediterr J Haematol Infect Dis 2020; 12(1):e2020064.

Carden MA, Little J. Haematologica 2019; 104(9):1710-19.

Niihara Y et al. New Engl J Med. 2018 Jul; 379(3):226-35.

Biswal S, Rizwan H et al. Hematology 2018 Jul 16:1-9.

Van Beers et al. J Clin Hemorh Micr. 2018; 68(2-3):239.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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