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Esperienze positive e negative: come plasmano la mente alla vita

L’esposizione a eventi di vita negativi in ​​particolare è stata fortemente correlata all’aumento del rischio di depressione. Il legame tra risposta cerebrale, impatto delle esperienze quotidiane e sintomi depressivi nello studio indica che la funzione cerebrale determina come le esperienze di vita contribuiscono al rischio e alla protezione contro i sintomi depressivi. Uno studio pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry: Cognitive Neuroscience and Neuroimaging, esamina la relazione tra la funzione cerebrale e l’impatto degli eventi della vita sui sintomi depressivi. Questo studio su ragazze adolescenti riferisce che i recenti eventi della vita influenzano i sintomi depressivi in ​​modo diverso, a seconda di come il cervello risponde alla vittoria e alla perdita. Una forte risposta cerebrale alla vincita ha potenziato l’impatto positivo delle esperienze positive sui sintomi, mentre una forte risposta alla perdita ha aumentato l’impatto negativo delle esperienze negative sui sintomi. “Questa scoperta aiuta a perfezionare la nostra comprensione di come due tipi di noti fattori di rischio per la depressione, l’esposizione di eventi vitali e la risposta neurale a vittorie e perdite, possano interagire per influenzare la depressione”, ha detto il primo autore Katherine Luking, PhD, della Stony Brook University, New York. “Questo studio è nuovo nel senso che andiamo oltre eventi negativi per indagare gli effetti unici degli eventi della vita sia positivi che negativi sui sintomi depressivi durante un periodo di sviluppo vulnerabile, nella prima adolescenza”.

Le ragazze adolescenti, di 8-14 anni, hanno svolto un compito in cui potevano vincere o perdere denaro. Le ragazze con una risposta cerebrale più forte alla vincita hanno mostrato una relazione tra eventi di vita positivi che dipendono dal loro comportamento – come fare un nuovo amico – e ridurre i sintomi depressivi. Secondo il dott. Luking, ciò significa che le ragazze il cui cervello è più reattivo alla vittoria sono maggiormente in grado di cogliere i benefici delle esperienze positive che creano nella propria vita. La ricerca ha anche scoperto che le ragazze con una forte risposta alle perdite hanno mostrato una relazione tra eventi di vita negativi indipendenti dal loro comportamento, come l’esperienza di un disastro naturale e l’aumento dei sintomi depressivi. Ciò significa che le ragazze il cui cervello è più sensibile alla perdita sono più vulnerabili agli effetti degli eventi negativi, in particolare quelli che sfuggono al loro controllo. I dati comportamentali ottenuti forniscono una finestra su come i meccanismi nel cervello potrebbero essere mirati, per modificare gli effetti di esperienze positive e negative sugli stati d’animo delle ragazze durante un periodo critico di sviluppo nelle loro vite. I risultati suggeriscono che i trattamenti progettati per aumentare le risposte al vincere o ridurre le risposte alla perdita potrebbero contribuire a rafforzare l’effetto di esperienze positive o ridurre l’effetto dannoso delle esperienze negative. Modificare gli effetti di queste esperienze potrebbe aiutare a proteggere o ridurre il rischio di depressione.

Questo non è il primo tipo di studio condotto dal Dr. Luking. Lo scorso anno lo stesso studio è stato condotto su 81 bambini sani (7-10 anni) a basso e alto rischio di depressione, sulla base della storia materna della depressione e testato come o smorzamento e la ruminazione positiva interagissero con l’esperienza di recenti eventi di vita positivi per prevedere i sintomi depressivi. I bambini ad alto e basso rischio non differivano nel loro uso di smorzamento o ruminazione positiva. Tuttavia, l’uso eccessivo dello smorzare nel contesto di molti eventi di vita positivi ha predetto i sintomi depressivi attuali, e in particolare i sintomi di anedonia, nei bambini a basso rischio di depressione. Questi risultati sono stati mantenuti durante il controllo della ruminazione negativa e degli eventi di vita negativi. La ruminazione positiva non ha interagito con eventi di vita positivi, ma è stata associata a sintomi depressivi più elevati nei bambini ad alto rischio. I risultati indicano che prima dell’inizio della depressione, gli eventi di vita positivi possono impartire un rischio quando l’attenuazione degli affetti positivi è utilizzata in questo contesto, mentre la ruminazione positiva può aumentare il rischio di sintomi depressivi. E’ naturale dedurre che l’ambiente circostante al bambino o all’adolescente, preparare la psiche a maturare in un certo modo o in un altro. A maggior ragione nell’infanzia, prima dell’adolescenza: nel primo caso, infatti, le esperienze vengono assorbite; durante la pubertà e nell’accrescimento, poi, l’influsso ormonale le fa maturare.

[“Buona fortuna ragazzi. Ah, un ultima cosa. Se in futuro doveste avere figli, e per caso uno di loro all’età di tre anni dovesse dar fuoco al tappeto, in salone….cercate di non essere troppo duri con lui”. (Marty McFly, Ritorno al futuro, 1984)]

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Mulligan EM et al. Psychophysiology. 2018 Jul 16:e13268. 

Gilbert K, Luking K et al. Cognit Ther Res. 2017; 41(1):31-42.

Gilbert K et al. J Clin Child Adolesc Psychol. 2016 Nov 7:1-11.

Luking K et al. Trends Cogn Sci. 2016 Jun; 20(6):456-468. 

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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